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Caduta dei capelli: le cause e i rimedi

Con il cambio di stagione è comune notare una maggiore caduta dei capelli. Anche se questo fenomeno può suscitare preoccupazione, è fondamentale ricordare che si tratta, nella maggior parte dei casi, di un processo naturale e temporaneo, e non c’è motivo di allarmarsi.

È normale perdere dai 50 ai 70 capelli al giorno; tuttavia, specialmente in autunno, la caduta tende ad aumentare. Questo fenomeno è legato al naturale ciclo di ricambio dei capelli, che in queste stagioni accelera in risposta ai cambiamenti climatici.

Quali sono le cause della caduta dei capelli? Ne parliamo con il professor Mario Valenti, dermatologo dell’IRCCS Istituto Clinico Humanitas Rozzano e docente di Humanitas University.

Quali sono le cause della caduta dei capelli?

La perdita di capelli può derivare da molteplici fattori, tra cui:

  • Predisposizione genetica-familiare
  • Squilibri ormonali, come quelli che si verificano durante la menopausa o il post parto o in caso di patologie endocrino-ginecologiche come l’ovaio policistico
  • Problemi circolatori 
  • Cambiamenti stagionali
  • Diete restrittive che possono portare a carenze nutrizionali, in particolare di ferro
  • Stress prolungato
  • Assunzione di alcuni farmaci
  • Interventi chirurgici o traumi psicofisici

Caduta dei capelli: i rimedi

Per affrontare la caduta stagionale, può essere utile integrare la dieta con alimenti ricchi di vitamine del gruppo B ed E e minerali. Un’alimentazione variegata evitando diete restrittive aiuta la salute dei capelli fornendo i macronutrienti necessari alla corretta costituzione. È consigliabile non lavare i capelli troppo frequentemente — due o tre volte a settimana è l’ideale — e utilizzare prodotti delicati o specifici per la caduta dei capelli, come suggerito dal dermatologo. Questi accorgimenti sono importanti anche quando la caduta è dovuta a fattori temporanei come stress o variazioni ormonali.

Calvizie: che cos’è l’alopecia androgenetica

L’alopecia androgenetica, comunemente nota come calvizie, colpisce prevalentemente i maschi e le donne in post-menopausa (o dopo il parto o squilibri ormonali). La principale causa di questa patologia è rappresentata dalla conversione periferica del testosterone nella sua forma attiva il diidrotestosterone (DHT), un’enzima che tende ad atrofizzare i follicoli piliferi e porta alla miniaturizzazione del follicolo e del capello che nasce. Fattori come la predisposizione familiare, lo stress e l’assunzione di alcuni farmaci possono essere fattori contribuenti.

Calvizie: i sintomi e la cura

I segni clinico-tricoscopici di alopecia androgenetica includono capelli che appaiono più sottili e deboli, con un diradamento evidente e prevalente in area fronto-temporale e al vertex per l’uomo. Nella donna il diradamento è più diffuso, con una prevalente distribuzione centrale. 

La diagnosi di alopecia androgenetica avviene tramite una visita tricologica, in cui il dermatologo analizza le possibili cause ed esclude altre patologie. Strumenti diagnostici come la tricoscopia possono rivelare segni distintivi dell’alopecia.

Per il trattamento, sono disponibili diverse opzioni farmacologiche mirate a interrompere il diradamento dei capelli ed aiutare la ricrescita. I farmaci più comuni includono minoxidil, che stimola la ricrescita, e la finasteride, che contrasta gli effetti negativi degli androgeni sui follicoli. Altri supporti, come shampoo specifici e integratori, possono affiancare queste terapie. In casi avanzati, si può prendere in considerazione il trapianto di capelli o trattamenti rigenerativi come il PRP (plasma ricco di piastrine).

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