Domenica 10 novembre 2024, in occasione della giornata mondiale dei tumori neuroendocrini, il gruppo multidisciplinare Humanitas dedicato a queste patologie ha incontrato pazienti e caregiver. Come Centro di Eccellenza europeo (ENETS e EURACAN) e centro di riferimento nazionale (Centro Hub secondo Agenas), gli specialisti del team – oncologi, chirurghi, endocrinologi, gastroenterologi, medici nucleari, patologi e radiologi – sono stati a disposizione dei pazienti per condividere il percorso terapeutico-assistenziale del paziente con tumore neuroendocrine e del suo caregiver.
L’incontro è stato un’opportunità per i medici, i pazienti e i loro familiari per condividere i punti fondamentali dei percorsi diagnostico-terapeutici in una patologia rara, facilitando il confronto con chi vive l’esperienza della malattia.
Evento in collaborazione con La Lampada di Aladino, Associazione per l’assistenza globale al malato oncologico.
Tumori neuroendocrini: cosa sono e quali sono i trattamenti?
I tumori neuroendocrini sono patologie rare molto diverse tra loro a seconda della localizzazione, dell’estensione di malattia e delle relative caratteristiche biologiche.
Originano dalle cellule del sistema neuroendocrino virtualmenti presenti in qualsiasi parte del nostro corpo, in particolare con maggiore frequenza nel tratto gastroenteropancreatico e al livello polmonare, più raramente in altre sedi (ghiandola surrenalica, etc).
I tumori neuroendocrini possono essere distinti in due categorie (funzionanti e non), sulla base della capacità di produrre ormoni che determinano una sintomatologia specifica legata alla loro secrezione .
La diagnosi istologica deve essere effettuata in centri dedicati e riportare una serie di caratteristiche biologiche indispensabili per la scelta del trattamento, così come un’appropriata stadiazione di malattia.
Il trattamento dei tumori neuroendocrini prevede sempre una valutazione multidisciplinare dalla diagnosi al follow-up, vista la loro l’eterogeneità e la necessità di combinare trattamenti personalizzati, che affiancano all’approccio chirurgia, le terapie sistemiche e locoregionali.
La chirurgia rappresenta nella maggior parte dei casi il trattamento di prima scelta nella malattia localizzata, richiedendo una specifica expertise e profonda conoscenza del distretto corporeo e della biologia della malattia. . Da questo deriva che le diagnosi incidentali e/o effettuate in situazioni di emergenza richiedono necessariamente una rivalutazione all’interno dei centri di riferimento. A differenza di altre patologie oncologiche, la chirurgia riveste un ruolo determinante anche nella malattia metastatica, specialmente a livello epatico e/o polmonare.
Le terapie sistemiche includono la terapia ormonale con analogo della somatostatina, indicato in tutte i pazienti con sindrome da carcinoide e nelle forme neuroendocrine di basso grado estese.
La chemioterapia rappresenta una scelta terapeutica per le neoplasie neuroendocrine metastatiche di più alto grado e per quelle non più responsive a precedenti linee di trattamento. Per i tumori neuroendocrini ben differenziati, la chemioterapia solitamente prescritta è rappresentata da farmaci orali, ben tollerati, che il paziente può assumere al proprio domicilio. Tuttavia, la chemioterapia ha anche il ruolo di ridurre le dimensioni di una patologia potenzialmente operabile per facilitare il ruolo del chirurgo.
A questa si affiancano le terapie sistemiche biologiche, anche quest’ultime ben tollerate e in compresse facilmente assumibili.
Nella malattia metastatica, la sequenza dei trattamenti è definita sulla base delle caratteristiche della malattia, del paziente e secondo le linee guida internazionali, generalmente condivise all’interno del gruppo multidisciplinare.
Infine, ma non ultima, la terapia con radioligandi rappresenta lo strumento di più recente introduzione nell’armamentario terapeutico per i pazienti con tumore neuroendocrino ben differenziato in fase avanzata, con espressione dei recettori della somatostatina alla PET con gallio 68.
Anche questa opzione terapeutica, attualmente ancora disponibile solo in alcuni centri in Italia, ha un’ottima tollerabilità e una valida efficacia, e deve essere correttamente inserita all’interno delle sequenze terapeutiche in base alle caratteristiche della malattia e del paziente. Nella malattia metastatica, occupa un ruolo importante anche la radiologia interventistica, che consente di trattare singole lesioni sintomatiche o in anomalo accrescimento nell’eterogeneità della malattia neuroendocrina, permettendo un controllo più prolungato della malattia ed ottenere un miglior controllo dell’eventuali sindromi cliniche.
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