La chirurgia laparoscopica, ossia la chirurgia non invasiva nell’ambito degli interventi addominali, ha avuto un incremento negli ultimi decenni grazie ai vantaggi evidenti che comporta per quanto riguarda sia la riduzione del dolore, sia la velocità di recupero post operatorio e la miglior resa estetica dell’area trattata.
Oggi la chirurgia laparoscopica è utilizzata in molti campi (per esempio in chirurgia ginecologica, urologia, etc) e in chirurgia generale trova impiego in diverse tipologie di intervento, come la colecistectomia, l’appendicectomia e alcuni interventi per ernia addominale, ma anche in chirurgia oncologica.
Ne parliamo con il dottor Stefano Bona, Responsabile della sezione Chirurgia Generale e Day Surgery dell’unità di Chirurgia Generale e Digestiva presso l’IRCCS Istituto Clinico Humanitas di Rozzano.
Come funziona la chirurgia laparoscopica
La chirurgia laparoscopica prevede di sostituire ai classici tagli l’utilizzo di cannule attraverso cui vengono introdotti all’interno dell’addome una telecamera e gli strumenti chirurgici per effettuare l’intervento. Generalmente vengono utilizzati strumenti con un diametro compreso tra 5 e 12 mm, mentre le cannule tramite cui inserirle hanno un diametro leggermente superiore. Nel corso degli anni, lo sviluppo tecnologico per questo tipo di chirurgia è stato finalizzato a cercare di ridurre ulteriormente la dimensione dei piccoli tagli necessari a inserire le cannule e gli strumenti, cercando quindi di mettere a disposizione dei chirurghi strumenti sempre più sottili.
Oggi alcuni strumenti sono così sottili da risultare simili ad aghi, potendo essere addirittura introdotti senza l’ausilio delle cannule, ma attraverso piccoli tagli (potremmo definirli “buchi”) di soli 2,4 mm. Per rendere l’idea, questi minuscoli strumenti sono più fini dell’anima di una comune penna a sfera. In questo modo si riduce drasticamente il trauma dei tessuti, il dolore scompare e così le cicatrici.
La chirurgia laparoscopica negli interventi di appendicectomia
La chirurgia laparoscopica è il trattamento più comune per risolvere episodi di appendicite, ossia di infiammazione dell’appendice, frequente in particolar modo tra i 10 e i 30 anni. L’appendicite è provocata soprattutto dall’accumulo di materiale all’interno dell’appendice, una piccola sacca posta a livello del primo tratto dell’intestino crasso. L’infiammazione produce una sintomatologia specifica, caratterizzata da un forte dolore a livello addominale, in basso a destra, a cui tendono ad associarsi sintomi come gonfiore, nausea, vomito, febbre e a volte disturbi dell’evacuazione e della minzione.
Il trattamento chirurgico per l’appendicite, ossia la rimozione dell’appendice (appendicectomia), avviene come abbiamo detto tendenzialmente per via laparoscopica, con tre microscopiche incisioni a livello di ombelico, fianco sinistro e area sovrapubica. Al momento del risveglio dall’anestesia è possibile avvertire dolore in area addominale, ma il pronto recupero garantito dalla chirurgia laparoscopica consente di tornare al proprio domicilio in 24-48 ore. Normalmente, l’intervento di appendicite è programmabile, ma nei casi più severi questa evolve rapidamente in peritonite, caratterizzata da dolori lancinanti e vomito incontrollato, comportando un immediato accesso al Pronto Soccorso.
La chirurgia laparoscopica negli interventi di colecistectomia
L’intervento di colecistectomia, invece, è una procedura chirurgica che prevede la rimozione della colecisti (più conosciuta come cistifellea) in presenza di formazione di calcoli. La colecisti è posta nella parte superiore destra dell’addome, sotto il fegato, ed è deputata al raccoglimento della bile escreta dal fegato per immetterla nell’intestino durante la digestione.
La bile, in determinate condizioni associate a sesso, età, gravidanza, sovrappeso o ereditarietà, può essere più densa e comportare lo sviluppo di calcoli, che possono essere asintomatici o provocare dolore, in particolar modo dopo i pasti (calcoli biliari). Anche la colecisti, come l’appendice, può essere rimossa nella sua interezza, per evitare un successivo accumulo di calcoli, con un intervento di chirurgia laparoscopica che può essere eseguito anche in Day-Hospital.
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