Le ghiandole salivari sono responsabili, in gran parte, della produzione di saliva, un fluido essenziale per diverse funzioni orali e digestive, come per esempio:
- Umidificare e lubrificare la bocca grazie alla presenza di mucina, una proteina che assume una consistenza vischiosa quando si mescola con l’acqua presente nella saliva, facilitando la deglutizione e la fonazione (l’atto di parlare).
- Proteggere la bocca da infezioni grazie al lisozima, un agente dall’azione antibatterica e delle immunoglobuline (anticorpi).
- Ammorbidire il cibo prima della deglutizione e iniziare il processo della digestione attraverso l’azione degli enzimi, come la lipasi e l’amilasi salivare.
- Contribuire alla percezione del gusto, aiutandoci a identificare cibi deteriorati e non idonei al consumo.
In presenza di disturbi a carico delle ghiandole salivari, può essere indicata l’esecuzione di un’ecografia. A cosa serve l’esame e quando può essere utile? Ne parliamo con la dottoressa Elisabetta Liverani, ecografista presso l’IRCCS Istituto Clinico Humanitas e presso i centri medici Humanitas Medical Care.
Cos’è l’ecografia delle ghiandole salivari?
L’ecografia delle ghiandole salivari è una procedura diagnostica utilizzata per lo studio delle ghiandole salivari maggiori, organi pari e simmetrici, annesse alla bocca tramite i dotti escretori.
Le ghiandole salivari maggiori sono:
- Parotidi, situate ai lati del volto sotto l’orecchio.
- Sottomandibolari, posizionate al di sotto della mandibola.
- Sottolinguali, collocate sotto la lingua.
Esistono anche numerose ghiandole chiamate salivari minori, localizzate nella mucosa e sottomucosa della lingua, delle labbra, delle guance, del palato e della laringe. Tuttavia, queste ghiandole minori sono troppo piccole per essere visualizzate ecograficamente e si possono studiare solo al microscopio dopo un prelievo bioptico.
Le ghiandole salivari possono essere soggette a diversi tipi di patologie:
- Patologia infiammatoria (scialoadenite) che può essere acuta (virale o batterica) o cronica (più frequentemente autoimmune ma anche infettiva o ostruttiva).
- Calcolosi salivare (scialolitiasi), legata alla modificazione del PH salivare per cui i sali contenuti normalmente nella saliva tendono a precipitare sotto forma di concrezioni calcaree all’interno dei dotti salivari.
- Patologia espansiva (presenza di cisti, tumori benigni o tumori maligni).
Il sintomo più frequentemente associato a una patologia delle ghiandole salivari è un ingrossamento della ghiandola coinvolta, percepito come una tumefazione diffusa o circoscritta, che può essere improvviso e accompagnato da dolore e talvolta febbre nelle condizioni acute, oppure progressivo e privo di dolore nelle situazioni croniche o neoplastiche.
Altri sintomi associati possono includere:
- Secchezza della cavità orale, che può causare problemi nella deglutizione del cibo e favorire infezioni e malattie dentali
- Sensazione di amaro in bocca
- Bocca secca
- Difficoltà nell’aprire la bocca
- Ingrossamento dei linfonodi locoregionali.
Ecografia delle ghiandole salivari: come si svolge
L’ecografia delle ghiandole salivari è un esame diagnostico non invasivo che utilizza ultrasuoni per esaminare i tessuti delle ghiandole salivari e rilevare eventuali anomalie, tra cui malattie infiammatorie, tumori o presenza di calcoli.
L’esame è di agevole esecuzione, non richiede alcuna preparazione preliminare, è rapido (dura circa 15 minuti), privo di controindicazioni e non doloroso.
Il paziente assume un decubito supino su un lettino con il collo ben disteso e il capo leggermente ruotato sul versante controlaterale a quello da esaminare. Previa applicazione di uno strato di gel si effettuano, utilizzando una sonda lineare a elevata frequenza, scansioni ecografiche lungo i piani trasversali, longitudinali e obliqui in relazione al differente quesito clinico. La sonda è collegata a un monitor su cui vengono visualizzate le immagini. L’indagine va in genere effettuata comparativamente con la ghiandola salivare controlaterale.
L’esame ecografico consente di valutare la struttura delle ghiandole salivari, le dimensioni, la vascolarizzazione, la presenza di calcoli e/o la dilatazione dei dotti escretori che ne consegue, nonchè di identificare lesioni e di distinguere tra le forme benigne e maligne.
L’impiego della tecnica color-power Doppler consente, inoltre, di ricavare informazioni riguardo la vascolarizzazione intra-ghiandolare e, nel caso specifico di lesioni nodulari, la presenza di segnali vascolari intra o perinodulari. Tale valutazione fornisce ulteriori preziose informazioni per una corretta diagnosi.
Nell’iter diagnostico l’ecografia trova, infine, largo impiego nella guida di procedure di ago-aspirazione o ago-biopsia per esami cito-istologici.
L’ecografia delle ghiandole salivari è un esame diagnostico non invasivo che utilizza ultrasuoni per esaminare i tessuti delle ghiandole salivari e rilevare eventuali anomalie.
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