Che cosa sono le CAR-T e come si ottengono?
Le cellule CAR-T sono un “farmaco vivente”, che offre una possibilità di cura a pazienti affetti da patologie oncoematologiche (leucemia, linfoma, mieloma).
Le CAR-T richiedono una complessa preparazione che ha inizio con il prelievo di cellule dal sangue del paziente che vengono poi separate dal resto delle cellule sanguigne e del plasma attraverso una tecnica chiamata aferesi, che consente la raccolta dei linfociti del paziente. I linfociti vengono poi spediti nei laboratori deputati al processo di ingegnerizzazione, secondo un rigido protocollo di controllo di qualità.
Una volta in laboratorio, all’interno dei linfociti viene introdotto il recettore CAR (Chimeric Antigen Receptor) capace di riconoscere le cellule tumorali: i CAR-T così ottenuti esprimono sulla propria superficie il recettore che individua l’antigene specifico, una proteina caratteristica delle cellule del tumore del sangue (leucemia, linfoma, mieloma). La procedura ha una durata di circa 3-4 settimane, trascorse le quali i linfociti CAR-T possono essere infusi nel sangue del paziente, al fine di attaccare e distruggere le cellule tumorali.
L’IRCCS Istituto Clinico Humanitas è tra gli istituti accreditati a somministrare le CAR-T, poiché dispone di un accreditamento di qualità Jacie per trapianto allogenico, un team multidisciplinare e la disponibilità di una terapia intensiva generale e una neurologia H24 e ha ottenuto la qualificazione da parte di tutti i principali laboratori di manipolazione cellulare farmaceutici produttori di CAR-T.
A partire dal 2019 in Humanitas sono disponibili tutti i CAR-T approvati da AIFA (Agenzia Italiana del Farmaco) per patologie oncoematologiche non responsive alla chemioterapia (linfomi follicolari e diffusi a grandi cellule e leucemie linfoblastiche acute, mielomi), ma anche molti CAR-T in fase più precoce di malattia in modo da poter offrire questa immunoterapia a beneficio di molti pazienti, anticipando molte delle indicazioni che verranno e garantendo accesso all’innovazione.
Humanitas dispone di un’Unità dedicata al programma CAR-T, composta da medici ematologi esperti in trapianto di cellule staminali; due team di infermieri professionali, di cui uno esperto in aferesi e uno dedicato esclusivamente alla gestione del paziente CAR-T; un team multidisciplinare con neurologi, infettivologi e anestesisti, specializzati nel gestire le tossicità derivanti da CAR-T. Vi sono inoltre di infermieri di Ricerca e data manager dedicati alla gestione dei pazienti arruolati in protocolli clinici.
Quali sono i vantaggi delle CAR-T?
La terapia con CAR-T offre ai pazienti con linfomi aggressivi e con molteplici ricadute, una possibilità ulteriore per provare a controllare la malattia, con un importante aumento della sopravvivenza e una possibilità di guarigione fino a qualche anno fa, impensabile.
Non tutti i pazienti però possono essere candidati a questa terapia e non in tutti i pazienti le CAR-T portano i risultati sperati. È dunque molto importante affidarsi a Centri specializzati in cui i pazienti siano opportunamente selezionati tenendo conto del corretto rapporto rischio/beneficio.
Le CAR-T sono dolorose o pericolose?
L’infusione delle CAR-T non è dolorosa e avviene durante un ricovero ospedaliero che prevede una settimana di terapia di preparazione.
Durante i primi giorni dopo l’infusione i pazienti vengono monitorati per individuare precocemente eventuali effetti collaterali che si presentano con alterazione della temperatura, della pressione, dell’ossigenazione o alterazione dello stato neurologico.
Le complicanze vengono identificate e trattate con successo nella maggior parte dei casi, con l’aiuto di neurologi e anestesisti esperti.
Alcuni pazienti necessitano di cure intensive per qualche giorno.
Quali pazienti possono effettuare la terapia CAR-T?
La terapia CAR-T è indicata nei seguenti casi:
- pazienti con linfoma diffuso a grandi cellule B (DLBCL)
- pazienti con leucemia linfoblastica acuta a cellule B refrattaria
- pazienti con linfoma primitivo del mediastino a grandi cellule B (PMBCL)
- pazienti con mieloma multiplo
- pazienti con linfoma martellare
- pazienti con linfoma follicolare.
Follow up
Il paziente viene sottoposto a un follow up suddiviso in due fasi. Un follow up a breve termine (nei primi tre mesi) e un follow up a lungo termine (nei 15 anni dopo l’infusione).
Sono previste norme di preparazione?
I pazienti vengono sottoposti a esami di laboratorio e strumentali prima della programmazione della terapia, per valutarne l’idoneità.