L’International Classification of Headache Disorder (ICHD-3) definisce la cefalea da stimolo freddo (CSH) come una cefalea provocata da uno stimolo freddo applicato esternamente alla testa o ingerito o inalato.
Si include quindi:
- La cefalea conseguente all’esposizione della testa non protetta a una temperatura ambientale molto bassa, come ad esempio durante lo svolgimento di attività sportive come il surf, il pattinaggio su ghiaccio, le immersioni subacquee e la crioterapia.
- La cefalea attribuita all’ingestione o all’inalazione di uno stimolo freddo come la cefalea da gelato, nota anche come “brain freeze”.
La cefalea da freddo è definita come un dolore frontale o temporale di breve durata, possibilmente intenso, indotto in persone suscettibili all’esposizione al freddo e al passaggio di materiale freddo sul palato e/o sulla parete faringea posteriore.
Non si tratta di un disturbo severo e, a differenza di altre tipologie di mal di testa, abitualmente si risolve in poco tempo (minuti o addirittura secondi) senza che ci sia bisogno di intervenire farmacologicamente o di riposare.
Quali sono le cause del mal di testa da freddo?
La cefalea da stimolo freddo da ingestione o inalazione è scatenata dal passaggio di materiale freddo (solido, liquido o gassoso) sul palato e/o sulla parete faringea posteriore.
È provocato quindi dall’ingestione di alimenti freddi come gelato e ghiaccioli, bevande, cubetti di ghiaccio, ma anche respirare dalla bocca aria gelata può causare questo disturbo.
Quando il palato e/o la parete faringea posteriore sono esposti a una sostanza fredda, questa può innescare una rapida costrizione e dilatazione dei vasi con attivazione dei nocicettori della parete vasale.
La differenza nella cefalea da stimolo freddo può essere legata ai nervi cranici attivati. La cefalea da stimolo freddo innescata dalla stimolazione diretta del palato (innervata dal nervo trigemino) può differire dalla stimolazione aggiuntiva della faringe e dell’esofago (innervata dal nervo glossofaringeo e dal nervo vago) durante la deglutizione.
L’emicrania è considerata un fattore di rischio per questo tipo di mal di testa.
La cefalea da stimolo freddo sembra essere più comune nei pazienti emicranici e in misura minore in quelli affetti da cefalea di tipo tensivo; è stata riportata al 74% nei pazienti con emicrania episodica rispetto al 32% nei pazienti con cefalea tensiva episodica.
I fattori che sembrano influenzare sia lo sviluppo della cefalea da stimolo freddo che la latenza di insorgenza sono la localizzazione dello stimolo, la velocità di ingestione e l’estensione dell’area esposta allo stimolo e la temperatura.
Quali sono i sintomi del mal di testa da freddo?
La localizzazione della cefalea scatenata dallo stimolo freddo è tipicamente frontale o temporale bilaterale.
Il tipo di stimolo è tipicamente lancinante, tuttavia sono stati segnalati anche dolori pressori, pulsanti e dolorosi. Questa differenza può essere dovuta al tipo di stimolo e alla presenza di altre condizioni di cefalea in comorbidità. I pazienti con emicrania tendono a riferire un dolore pulsante e tipicamente hanno la cefalea da stimolo freddo sullo stesso lato dell’emicrania.
Come previsto dai criteri diagnostici, la durata di questo tipo di cefalea è breve, da pochi secondi a qualche minuto.
Come prevenire il mal di testa da freddo?
Si consiglia a chi soggetto di evitare di ingerire alimenti o bevande troppo freddi o, quando li si sta mangiando, per esempio nel caso di un gelato, farlo più lentamente. Anche utilizzare nei mesi più freddi una sciarpa o indumenti caldi che coprono il capo può essere d’aiuto.
Mal di testa da freddo: come si fa la diagnosi?
La cefalea da freddo non è associata ad alcuna malattia di base. È una cefalea di breve durata, quindi difficile da studiare.
Non necessita il ricorso a un supporto medico, ma qualora dovessero presentarsi mal di testa molto frequenti è opportuno chiedere consiglio al medico che valuterà se è opportuno un approfondimento specialistico.
Come trattare il mal di testa da freddo?
Non esiste un trattamento specifico per la cefalea da stimolo freddo, se non quello di evitare i fattori scatenanti come gelati, acqua ghiacciata e cibi ghiacciati. L’ingestione lenta di sostanze fredde o ghiacciate, cercando di ridurre al minimo la rapida esposizione della sostanza fredda alla parte posteriore del palato, dovrebbe essere sufficiente per evitare di scatenare la cefalea. Per risolvere il mal di testa da freddo bisogna riportare alla normalità la temperatura di bocca e gola. Per fare questo si deve interrompere di mangiare o bere l’alimento o la bevanda che ha provocato la sensazione di freddo e bere dell’acqua (o comunque una bevanda) a temperatura ambiente, che non sia dunque né troppo calda né troppo fredda. Anche premere la parte inferiore della lingua contro il tetto della bocca è un metodo per prevenire la cefalea da stimolo freddo in alcune persone.