La termoablazione percutanea dei tumori renali è una tecnica che permette di trattare il cancro ai reni senza dover effettuare ampie incisioni per raggiungerlo. Per farlo, la termoablazione percutanea utilizza il calore o il freddo generato da opportuni elettrodi introdotti attraverso la pelle.
Che cos’è la termoablazione percutanea dei tumori renali?
La termoablazione percutanea dei tumori renali prevede l’inserimento di uno o più elettrodi direttamente all’interno della massa tumorale. Gli elettrodi sono inseriti attraverso la pelle grazie all’uso di appositi aghi, monitorando il loro percorso mediante una Tac. Una volta in posizione vengono utilizzati per generare calore o freddo (una sfera di ghiaccio, crioablazione) che cresce oltre livelli tollerabili dalle cellule e uccide i tessuti bersagliati.
Come si svolge la termoablazione percutanea dei tumori renali?
La procedura dura in genere una o due ore e prevede la somministrazione di sedativi e anestetici (locali o generali) per alleviare l’ansia e il dolore. Il paziente viene fatto accomodare a pancia in giù sul lettino del macchinario per la TAC e si procede con l’acquisizione delle prime immagini per localizzare la massa tumorale. In seguito si procede all’inserimento degli aghi e alla distruzione della massa tumorale. Dopo la rimozione degli elettrodi si procede a un’ultima acquisizione di immagini per verificare l’assenza di emorragie. Le dimissioni avvengono dopo un breve periodo di osservazione, ma non è da escludere che sia necessario trascorrere una notte in ospedale.
La termoablazione percutanea dei tumori renali è dolorosa e/o pericolosa?
Fra i rischi della procedura sono inclusi emorragie, danni ai reni, all’intestino o ad altri organi, danni ai nervi e reazioni allergiche alle sostanze somministrate per eseguire la Tac. Per questo è importante contattare subito un medico in caso di forti dolori, febbre alta o sensazione di avere la testa leggera.
Chi può sottoporsi alla termoablazione percutanea dei tumori renali?
La termoablazione percutanea dei tumori renali è indicata in presenza di masse tumorali di piccole dimensioni. Per tumori più grandi è invece necessario ricorrere alla chirurgia. Alcuni studi indicano i 4 cm come dimensione a partire dalla quale la termoablazione non è più indicata.
Follow-up
Dopo la termoablazione percutanea di tumori renali è necessario rimanere a riposo per l’intera giornata e aspettare 48 ore prima di riprendere ad assumere eventuali terapie anticoagulanti interrotte in previsione dell’intervento. In genere è possibile riprendere la vita quotidiana già il giorno successivo. Tuttavia è importante verificare che si continui a perdere sangue attraverso le urine e, in caso contrario, avvisare il medico. Per valutare l’efficacia della procedura sarà necessario sottoporsi a indagini radiografiche a qualche mese di distanza dall’intervento.
Sono previste norme di preparazione?
Il paziente deve presentarsi in ospedale con gli esiti degli esami richiesti. È inoltre fondamentale attenersi scrupolosamente alle indicazioni ricevute dai medici riguardo all’assunzione dei farmaci e all’alimentazione da seguire nei giorni precedenti l’intervento. In genere sono richiesti un digiuno di 8 ore e l’interruzione dell’assunzione di farmaci che possono causare emorragie.