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Occhi: i sintomi per cui andare dall’oculista

I nostri occhi sono quotidianamente sottoposti a sforzi e aggressioni da parte di agenti esterni, nonché ad abitudini non sempre adeguate a salvaguardarne la salute, come strofinarsi con le mani o passare lungo tempo davanti agli schermi di smartphone e computer. Per proteggerli e prevenire l’insorgenza di disturbi, allora, è fondamentale andare periodicamente dell’oculista anche da giovani.

Quali sono i sintomi che possono indicare l’esigenza di prenotare una visita oculistica? E ogni quanto farla?

Approfondiamo l’argomento con il professor Paolo Vinciguerra, responsabile del Centro Oculistico presso l’IRCCS Istituto Clinico Humanitas di Rozzano.

Perché fare periodicamente un controllo della vista?

Spesso si può cadere nell’errore di rimandare la visita oculistica perché non si rilevano sintomi preoccupanti, ma si tratta di un approccio errato: ci sono infatti diversi disturbi di lieve entità che, se diagnosticati in tempo, possono essere facilmente curati ma che, se ignorati, possono comportare con il passare degli anni l’insorgenza di problemi più severi. È il caso, per esempio, di disturbi come l’ambliopia, più comunemente conosciuta come “occhio pigro”, tipica dei bambini e che va curata in tempi brevi per evitare che si cronicizzi. 

Non bisogna farsi ingannare: l’insorgenza di determinate patologie oculari è piuttosto lenta e, quando si manifestano i sintomi, ormai potrebbe essere troppo tardi per trattare efficacemente la patologia. Tra i disturbi più severi, che comportano danni irreversibili fino ad arrivare alla perdita della vista, annoveriamo malattie come glaucoma, distacco della retina, cataratta e ambliopia

Ogni quanto andare dall’oculista?

I controlli dall’oculista, dunque, vanno sostenuti a cadenza periodica, per salvaguardare la salute dei propri occhi e di quelli dei propri famigliari. Le società scientifiche più accreditate consigliano di effettuare le visite oculistiche di controllo seguendo questo calendario:

  • al momento della nascita;
  • entro i 3 anni;
  • a 6 anni in concomitanza con l’inizio della scuola;
  • tra i 10 e i 15 anni per individuare la possibile insorgenza della miopia;
  • un controllo ogni 2 anni dai 40 ai 60 anni;
  • un controllo ogni anno dopo i 60 anni o a seguito di interventi per cataratta o altre patologie.

Inoltre, l’oculista darà al termine della visita la sua valutazione sullo stato di salute dell’occhio, con un’indicazione circa le tempistiche della visita di controllo successiva. 

I sintomi per cui fare una visita oculistica

Se alcune patologie dell’occhio hanno insorgenza lenta e asintomatica, ci sono invece tutta una serie di manifestazioni che devono destare attenzione. Sintomi, insomma, che indicano l’opportunità di fare riferimento allo specialista oculista per un controllo della vista.

Tra questi sintomi i più rilevanti sono:

  • Occhi rossi (iperemia congiuntivale): sono provocati dalla dilatazione dei vasi sanguigni, per esempio a seguito di un’irritazione o di infezioni. Si tratta quindi di un problema comune, che può essere risolto facilmente e in tempi brevi. Tuttavia, l’arrossamento può essere causato anche da traumi, lesioni, o dalla presenza di corpi estranei. Sono invece più rare patologie come glaucoma, uveite, sclerite o cheratite, ma la valutazione del disturbo va effettuata dall’oculista, da cui è opportuno recarsi se il rossore non accenna a diminuire.
  • Miodesopsie (corpi mobili): minuscole macchie, corpuscoli che fluttuano nel nostro campo visivo, derivanti da opacità del corpo vitreo, ossia la massa che compone l’interno del nostro occhio. Le miodesopsie sono provocate dal passaggio della luce attraverso il corpo vitreo e attraverso i suoi addensamenti, le cui ombre vengono proiettate sulla retina. Queste opacità possono derivare da una forte miopia, dalla disidratazione, o semplicemente dallo scorrere del tempo. In alcuni casi, però, la loro causa è più seria, e potrebbe trattarsi di un distacco del vitreo dalla retina, ragione per cui è bene sottoporre il problema allo specialista.
  • Diplopia (visione doppia): si tratta di un disturbo che può colpire solo un occhio (diplopia monoculare) o entrambi (diplopia binoculare) e a causa del quale la persona vede due immagini laddove dovrebbe vedere solo un oggetto. In caso di diplopia monoculare il problema tendenzialmente risiede in un’irregolarità della cornea, o in disturbi della cornea o della retina. Quando, invece, si parla di diplopia binoculare, questa può essere provocata da strabismo o disturbi muscolari o neurologici.
  • Anisocoria (pupille di dimensioni diverse): normalmente le pupille cambiano di dimensione allo scopo di regolare l’afflusso di luce nell’occhio, ragion per cui saranno più ristrette in caso di luce particolarmente forte, o più dilatate al buio. Normalmente, entrambe le pupille si restringono o dilatano simultaneamente, se, invece, sono di dimensioni diverse tra loro, si potrebbe essere in presenza di una semplice anisocoria fisiologica, ma anche di danni fisici all’occhio, per esempio provocati da infezioni o traumi, o da disturbi della pupilla o dell’iride.
  • Lacrimazione eccessiva: quando la superficie dell’occhio è interessata da infiammazione o irritazione, per esempio a causa di allergie, contatto con determinate sostanze o presenza di corpi estranei, tende ad aumentare la lacrimazione. Un eccesso di lacrime, tuttavia, può provocare un offuscamento della vista, l’insorgere di incrostazioni o secrezioni, o ancora patologie delle palpebre.
  • Dolore all’occhio: in questo caso si tratta di un sintomo che può essere correlato ad altri sintomi, come lacrimazione o occhi rossi o gonfi, per esempio in caso di patologie come uveite, congiuntivite, glaucoma o allergie; ma anche presentarsi da solo, quando associato all’infiammazione del nervo trigemino.

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