La prostatectomia robotica è un intervento di asportazione della prostata eseguito per via laparoscopica aiutandosi con un sistema robotizzato che permette di ridurre significativamente le possibili complicanze della rimozione della ghiandola.
Che cos’è la prostatectomia robotica?
La prostatectomia radicale robotica è un intervento chirurgico che permette di rimuovere la prostata utilizzando strumenti introdotti nel corpo attraverso cannule di soli 5-12 mm di diametro (via laparoscopica) e guidati da un’apposita telecamera e dall’assistenza di un robot. Quest’ultimo permette di eseguire movimenti accurati osservando su un monitor le immagini catturate dalla telecamera. Durante l’intervento può essere eseguito anche un esame istologico della prostata per capire quanto sia estesa la malattia e valutare se è possibile conservare i nervi necessari all’erezione e la continenza. Inoltre a seconda della gravità della malattia può essere necessaria anche l’asportazione dei linfonodi circostanti.
Come avviene la prostatectomia robotica?
Il paziente viene posizionato su appositi supporti, con la testa rivolta verso il basso. Dopo un’anestesia generale si procede all’intervento, che in genere dura circa tre ore.
L’uso del robot permette di perfezionare i movimenti del chirurgo (riduzione dei tremori, movimenti più precisi), migliorare la visione tramite uno schermo full HD con visione 3D, riducendo così le perdite di sangue durante l’intervento e il rischio di danneggiare i nervi necessari per l’erezione. Anche la sutura che unisce vescica e uretra può essere di migliore qualità. In generale, il robot permette un recupero delle funzioni sessuali e di continenza urinaria più precoce rispetto la normale tecnica a cielo aperto. Inoltre l’approccio mini-invasivo migliora il risultato estetico generale, riduce il dolore e il tempo di degenza post-operatoria e permette di tornare più rapidamente alle normali attività quotidiane.
La prostatectomia è un intervento doloroso e/o pericoloso?
I rischi di complicazioni come impotenza e incontinenza urinaria, così come quello di emorragia e di dolore post-operatorio, sono significativamente ridotti rispetto all’intervento di prostatectomia radicale tradizionale a cielo aperto.
Chi può sottoporsi al trattamento?
L’intervento è indicato nei casi di tumore meno aggressivo in cui si mira a conservare al massimo sia la continenza urinaria che le funzioni sessuali.
Follow-up
In genere il paziente viene dimesso con il catetere vescicale ancora inserito tre giorni dopo l’intervento, oppure a sei giorni dall’intervento, dopo la rimozione del catetere. In seguito sono necessari controlli regolari per monitorare l’insorgenza di eventuali complicanze.
Sono previste norme di preparazione?
Prima dell’intervento sono necessari accertamenti di laboratorio, elettrocardiogramma, visita cardiologica, visita anestesiologica e radiografia al torace. Per prepararsi all’operazione è inoltre utile cercare di mantenere il più possibile il peso nella norma e seguire le indicazioni fornite dal medico sull’alimentazione e sui farmaci assunti quotidianamente. Può essere di utilità una riabilitazione del pavimento pelvico pre-intervento in genere eseguita con una fisioterapia esperta.