Che cos’è la bulimia nervosa
La bulimia nervosa è un disturbo del comportamento alimentare che implica l’assunzione di volumi di cibo eccessivi rispetto a quelli che un individuo assume abitualmente nel corso di un pasto, in un lasso temporale uguale o inferiore a 2 ore. La bulimia nervosa è caratterizzata da episodi di abbuffate a cui segue lo sforzo di limitare l’aumento ponderale espellendo quanto assunto in precedenza, per esempio tramite vomito autoindotto o utilizzo di lassativi, seguendo un digiuno di compensazione o praticando attività fisiche. Un altro aspetto tipico della bulimia è la forte ansia scatenata dal peso e dalle forme del proprio corpo.
Quali sono le cause della bulimia nervosa?
La bulimia nervosa non ha una singola causa scatenante, ma è provocata da una serie di concause multifattoriali. Si parla quindi di predisposizioni associate alle relazioni familiari e interpersonali della persona, al contesto socio-culturale in cui cresce e opera, ma anche di cause e fattori di rischio, tra cui riconosciamo:
- bassi livelli di autostima
- incapacità di regolare le emozioni
- forte impulsività
- insoddisfazione per la propria forma fisica
- traumi
- abusi
La bulimia nervosa può essere anche preceduta da una fase di anoressia. Dunque alle restrizioni autoimposte e al controllo ossessivo del peso tipico dell’anoressia, segue un momento in cui il controllo diventa impraticabile e subentra la fase bulimica.
Le abbuffate sono spesso scatenate da emozioni negative e condizioni o situazioni stressanti: l’assunzione vorace di cibo, dunque, è finalizzata ad attenuare per un breve lasso di tempo i fattori scatenanti. Il senso di colpa, l’ansia e l’autosvalutazione che ne conseguono, tuttavia, portano a reiterare il disturbo.
Ai sintomi della bulimia nervosa si devono sommare le complicanze mediche che possono insorgere a causa del disturbo. Possono per esempio presentarsi aritmie, complicanze renali, alterazioni elettrolitiche, sintomi gastrointestinali e prolasso rettale a causa dell’utilizzo inappropriato di diuretici e lassativi. Altre complicanze rare sono poi le lacerazioni esofagee e la rottura gastrica. Nel genere femminile, inoltre, può presentarsi amenorrea e irregolarità delle mestruazioni.
Quali sono i sintomi della bulimia nervosa?
Le manifestazioni caratteristiche della bulimia nervosa sono:
- abbuffate cicliche contraddistinte da forte voracità e perdita di controllo;
- condotte di compensazione;
- forte ansia provocata dal peso del proprio corpo.
A livello psicologico la bulimia nervosa comporta:
- abbassamento del tono dell’umore;
- depressione;
- senso di colpa;
- abbassamento dell’autostima;
- evitamento delle situazioni di aggregazione sociale (in particolare se comportano l’assunzione di cibo);
- difficoltà a concentrarsi a scuola o sul lavoro;
- deterioramento dei rapporti familiari e di coppia.
Chi è interessato da bulimia nervosa ha spesso vergogna del proprio disturbo e cerca di nasconderne i sintomi all’esterno. Il forte desiderio di dimagrire comporta il pensiero ossessivo e continuo del cibo e della dieta e, spesso, le abbuffate vengono condotte in solitudine. Queste generalmente comportano l’assunzione di cibi di diverse tipologie, sia dolci sia salati, con voracità e senza provare vero piacere, e si arrestano solo quando il paziente avverte una pienezza quasi dolorosa.
Bulimia nervosa: come si fa la diagnosi
Per diagnosticare la bulimia nervosa viene effettuata una valutazione clinica combinata effettuata da un team di professionisti specializzati nel trattamento dei disturbi dell’alimentazione: lo psicoterapeuta, il medico psichiatra o il medico internista e il nutrizionista.
La bulimia nervosa si può presentare a diversi livelli di gravità (DSM 5, 2014), che rimandano alla frequenza delle condotte compensatorie inappropriate da parte del soggetto:
- bulimia nervosa lieve: comporta da 1 a 3 episodi per settimana di condotte compensatorie inappropriate;
- bulimia nervosa moderata: gli episodi di condotte compensatorie inappropriate sono 4-7 per settimana;
- bulimia nervosa grave: comporta da 8 a 13 episodi;
- bulimia nervosa estrema: il soggetto ha oltre 14 episodi di condotte compensatorie inappropriate per settimana.
Per quanto riguarda il peso, invece, i pazienti con bulimia nervosa tendono a mantenersi entro i range di peso normali o di sovrappeso (indice di massa corporea >18.5 e <30).
Come trattare la bulimia nervosa
Anche per la cura della bulimia nervosa è necessario il coordinamento di psicoterapeuta, medico internista o psichiatra e nutrizionista. Il medico psichiatra o internista è abitualmente deputato al coordinamento del processo di cura, si occupa del monitoraggio della sintomatologia del paziente e, qualora fosse necessario, della prescrizione dei trattamenti farmacologici. Il nutrizionista si occupa di stabilire con il paziente il regime alimentare più idoneo da seguire e aiuta il paziente ad avere una corretta educazione alimentare per raggiungere progressivamente il normopeso. Lo psicoterapeuta, a seconda della sintomatologia del soggetto, valuta la modalità di intervento più efficace, andando a lavorare su vari fattori, dalla motivazione al trattamento, ai meccanismi che scatenano il disturbo, alla prevenzione di eventuali ricadute. L’approccio dello psicoterapeuta sarà collaborativo (mai coercitivo) in modo da rispettare pienamente le esperienze e il vissuto emotivo del soggetto.
Diverse tipologie di psicoterapia si sono rivelate abbastanza efficaci nel trattamento di questo disturbo, ma oggi le linee guida ufficiali di alcune associazioni nel campo, in accordo con le pubblicazioni scientifiche, consigliano un approccio basato sulla terapia familiare o un approccio psicoterapeutico cognitivo-comportamentale. Il percorso di cura della bulimia nervosa può occupare dai 6 mesi ai 2 anni, ma può subire l’influenza di una molteplicità di fattori, sia soggettivi, sia ambientali. La prevenzione dalle ricadute è un elemento cardine della cura: i pazienti che dovessero notare una riproposizione dei sintomi devono quindi fare riferimento tempestivo al medico e allo psicoterapeuta, in modo da intervenire prima dell’aggravarsi del disturbo.