La visita otorinolaringoiatrica è fondamentale per la prevenzione di vari disturbi, dal reflusso gastroesofageo, una patologia che si manifesta con una risalita del contenuto dello stomaco, acido o biliare, attraverso l’esofago, all’identificazione di lesioni tumorali quando sono ancora piccole e di natura benigna. Ma anche per la prevenzione di patologie uditive o infiammatorie, come la poliposi nasale o le rinosinusiti.
Quando è necessario effettuare una visita otorinolaringoiatrica? E perché, in caso di reflusso, bisogna fare riferimento allo specialista? Approfondiamo l’argomento con la dottoressa Vanessa Rossi, Otorinolaringoiatra presso l’IRCCS Istituto Clinico Humanitas Rozzano e presso gli ambulatori Humanitas Medical Care.
Visita otorinolaringoiatrica: quando farla?
La visita otorinolaringoiatrica andrebbe eseguita ogni volta che si presenti un sintomo monolaterale o di durata superiore alla norma, tra cui:
- ipoacusia (calo dell’udito) solo a destra o solo a sinistra;
- mancanza di equilibrio e vertigini correlate a movimenti specifici e che durano diversi giorni;
- ostruzione nasale monolaterale;
- lesioni del cavo orale che non si risolvono entro le due settimane;
- alterazioni della voce persistenti.
Insomma ogni qual volta si presenti un sintomo facilmente identificabile ma che non si risolve con i farmaci generici o con la terapia indicata dal medico di medicina generale, è opportuno richiedere una visita allo specialista otorinolaringoiatra.
Reflusso gastroesofageo: i sintomi
Le persone interessate da reflusso gastroesofageo tendono a presentare sintomi piuttosto frequenti e comuni che possono comportare la necessità di un controllo otorinolaringoiatrico. Il primo sintomo a cui prestare attenzione è la tosse, secca e persistente, che si manifesta di giorno e, in particolar modo, di notte. Un altro sintomo frequente è l’impressione della presenza di un corpo estraneo (globo faringeo) con costrizione in gola e prurito, a cui si associa la sensazione di avere del catarro in gola, che in realtà è una saliva più densa del dovuto, correlata alla risalita del reflusso. Infine, in alcuni casi può svilupparsi anche una disfonia, ossia un’alterazione della voce determinata dall’infiammazione cronica del reflusso, che provoca un edema delle corde vocali o del primo tratto dell’esofago cervicale (regione retrocricoidea).
Quando l’infiammazione provocata dal reflusso diventa cronica, inoltre, possono formarsi granulomi: neoformazioni benigne che, a lungo andare, possono evolvere in forme tumorali. Per questo, in presenza dei sintomi sopra descritti è importante effettuare una visita otorinolaringoiatrica. L’esame obiettivo e gli eventuali test di approfondimento, infatti, permetteranno di arrivare a una diagnosi differenziale da altre patologie oppure alla conferma della presenza del reflusso, che potrà essere così trattato efficacemente.
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