L’angina pectoris è una patologia cardiaca che rappresenta un campanello d’allarme importante per una possibile malattia coronarica.
Ne parliamo con la dottoressa Tiziana Anita Ammaturo, cardiologa presso l’IRCCS Istituto Clinico Humanitas Rozzano e presso gli ambulatori Humanitas Medical Care.
Angina pectoris: che cos’è?
L’angina pectoris è un termine che deriva dalle parole latine angina=dolore e pectoris=petto. Può essere di tre tipologie:
- Angina stabile o da sforzo: insorge generalmente durante sforzi fisici, ma anche col freddo o in corso di stress emotivo ed in generale in tutte quelle situazioni che richiedono un maggiore afflusso di sangue al cuore;
- Angina instabile: il dolore si presenta improvvisamente, anche a riposo, o per sforzi fisici non particolarmente impegnativi. Potrebbe dipendere da una temporanea ostruzione di una coronaria (ad esempio a causa di un trombo o della formazione di placche fibrose lungo le pareti dei vasi sanguigni) o da uno spasmo delle stesse.
- Angina secondaria: si intendono tutte le forme di “ischemia” cardiaca non provocate da restringimenti o ostruzioni coronariche, ma secondarie ad altre patologie come le valvulopatie mitraliche e aortiche, l’anemia grave, l’ipertiroidismo e le aritmie.
Quali sono le cause dell’angina pectoris?
L’angina pectoris può essere causata da un temporaneo scarso afflusso di sangue alle coronarie, cioè le arterie del cuore, che determina mancanza di ossigeno al muscolo cardiaco.
Il meccanismo che determina il restringimento o l’ostruzione anche completa delle coronarie è l’aterosclerosi che è dovuta a depositi intravascolari di grassi (colesterolo e trigliceridi).
Quali sono i sintomi dell’angina pectoris?
Il sintomo principale dell’angina è rappresentato dal dolore toracico che può essere classificato in base ai seguenti parametri:
- Qualità: oppressivo, costrittivo, urente, acuto, sordo, variabile di intensità da lieve a severo;
- Localizzazione: tipicamente riferito alla regione retrosternale; può in alcuni casi interessare tutto il torace e irradiarsi a collo, mandibola, alle braccia, polsi e spalle;
- Durata: pochi minuti o più prolungato nel tempo;
- Frequenza: episodi sporadici, regolari, irregolari, frequenti.
Oltre al dolore, l’angina pectoris può essere accompagnata da:
- nausea
- stanchezza
- vertigini
- difficoltà a respirare
- irrequietezza
Quali sono i fattori di rischio dell’angina pectoris?
Le cause dell’angina pectoris vanno ricercate in tutti quei fattori di rischio che causano un danno delle pareti delle coronarie, come ad esempio:
- fumo, alcol, droghe;
- ipertensione arteriosa;
- diabete mellito;
- dislipidemia;
- obesità;
- sedentarietà;
- familiarità precoce per le patologie cardiovascolari;
- dieta con eccesso di calorie, sale, grassi saturi, zuccheri semplici e colesterolo; dieta povera di fibre, vitamine, pesce e acidi grassi polinsaturi.
Angina pectoris, quali esami fare per la diagnosi?
La diagnosi di angina viene effettuata dal medico innanzitutto in base ai dati ottenuti dal colloquio con il paziente (anamnesi).
Inoltre si possono effettuare diversi esami tra cui:
- Elettrocardiogramma (ECG): test che registra l’attività elettrica del cuore. Può rilevare eventuali anomalie o alterazioni del ritmo cardiaco se si ricorre per esempio all’elettrocardiogramma dinamico secondo Holter, registrando il tracciato elettrocardiografico per un periodo prolungato (solitamente 24 ore);
- Ecocardiogramma color Doppler: test che utilizza ultrasuoni per ottenere una valutazione morfologica e funzionale del cuore. E’ una metodica che consente di studiare la contrattilità del cuore, la morfologia delle valvole e il flusso del sangue nelle sue cavità, sia a riposo che dopo l’esercizio fisico o dopo l’assunzione di un farmaco;
- Test da sforzo: test che prevede l’osservazione della risposta del cuore all’esercizio fisico. Viene solitamente eseguito su un tapis roulant o una bicicletta ergometrica, mentre il paziente è monitorato tramite ECG;
- Tomografia computerizzata del cuore (TAC cuore): consente di visualizzare, con l’uso di mezzo di contrasto, l’anatomia delle coronarie e individuare e quantificare precocemente eventuali occlusioni o restringimenti (stenosi) e placche aterosclerotiche che possono causare riduzioni significative del flusso sanguigno al muscolo cardiaco;
- Risonanza magnetica (RM) da stress è l’esame di risonanza magnetica finalizzato alla valutazione dell’efficienza del circolo coronarico, della presenza di pregressi infarti e del funzionamento del cuore in condizioni di stress;
- Angiografia coronarica (coronarografia): test che prevede l’inserimento di un catetere attraverso un’arteria nel braccio o nella gamba, fino ad arrivare alle arterie coronarie del cuore. Viene quindi iniettato un liquido di contrasto, che permette di visualizzare eventuali ostruzioni o stenosi delle arterie coronarie.
Lo specialista può decidere di eseguire uno o più di questi esami, a seconda della gravità dei sintomi e delle condizioni del paziente. In ogni caso, la diagnosi precoce dell’angina pectoris è fondamentale per prevenire complicazioni più gravi e per garantire una corretta gestione della salute cardiaca.
Come si cura l’angina pectoris
La terapia per l’angina pectoris stabile può includere diverse opzioni di trattamento.
Modifiche dello stile di vita e dei fattori di rischio reversibili: possono essere consigliati cambiamenti nell’alimentazione, esercizio fisico regolare, smettere di fumare e ridurre lo stress, correggere l’ipertensione arteriosa, il diabete mellito e la dislipidemia
Terapia farmacologica: vengono prescritti diversi tipi di farmaci tra cui:
- Beta-bloccanti, riducono le richieste di ossigeno del miocardio, aumentandone la tolleranza allo sforzo.
- Calcio-antagonisti, che con meccanismi differenti possono essere utilizzati per ipertensione o spasmo coronarico.
- Inibitori dell’enzima di conversione dell’angiotensina (ACEi), e gli antagonisti del recettore AT1 dell’angiotensina (sartani) che sono utilizzati per il trattamento dell’ipertensione arteriosa e per il rimodellamento del cuore post ischemia.
- Statine, farmaci per il controllo del colesterolo che ne limitano la produzione e l’accumulo sulle pareti delle arterie, rallentando lo sviluppo o la progressione dell’aterosclerosi.
- Farmaci antiaggreganti (aspirina, clopidogrel, prasugrel o ticagrelor) per inibire l’aggregazione piastrinica e prevenire la formazione di trombi.
- Altre categorie di farmaci che servono per il trattamento dell’angina, per migliorare la perfusione delle coronarie ed evitare il rischio di infarto e trombosi.
Procedure mediche interventistiche: possono essere raccomandate procedure come l’angioplastica coronarica percutanea, che prevede l’inserimento nel lume della coronaria di un piccolo pallone solitamente associato a una struttura metallica a maglie (stent) che viene gonfiato in corrispondenza del restringimento dell’arteria ostruita migliorando il flusso di sangue a valle
Procedura chirurgica di bypass aorto-coronarico, che prevede la creazione di un nuovo percorso per il flusso sanguigno attraverso l’utilizzo di un’arteria o una vena del paziente, in modo da “bypassare” il punto di restringimento delle coronarie, facendo pertanto comunicare direttamente la porzione a monte con quella a valle della stenosi.
La terapia per l’angina pectoris si deve personalizzare per ogni paziente e dipende dalla gravità dei sintomi e dalle condizioni di salute del paziente.
È importante seguire attentamente le indicazioni del medico e adottare uno stile di vita sano per prevenire complicazioni e migliorare la qualità della vita.
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