Quando si parla di pelle secca (o xerosi cutanea) ci si riferisce a una condizione di disidratazione della cute, che appare screpolata e poco elastica. Spesso la secchezza della pelle comporta anche una maggiore sensibilità dell’epidermide, che sarà particolarmente fragile e potrà presentare eritema e gonfiore, oltre ad una sensazione di prurito. Si tratta di una condizione della pelle che si associa spesso a fattori climatici/ambientali come il freddo, i raggi UV, il vento. L’eccessivo riscaldamento e l’aria condizionata possono essere fattori aggravanti. La xerosi cutanea può anche correlarsi a stile di vita scorretto, squilibri ormonali, alcune patologie cutanee ed internistiche, nonché fattori esterni come l’inquinamento ambientale.
Approfondiamo l’argomento con il dottor Mario Valenti, dermatologo presso l’IRCCS Istituto Clinico Humanitas Rozzano e ricercatore di Humanitas University.
Pelle secca, quali sono le cause
La pelle secca è determinata da una presenza di lipidi nell’epidermide inferiore alla norma: i lipidi, infatti, sono composti per il 95% di sebo, che forma il film idrolipidico unendosi con l’acqua secreta dalle ghiandole sudoripare, e per il 5% da lipidi epidermici, la cui funzione è quella di mantenere coesa l’epidermide e trattenere l’acqua al suo interno, in modo tale che lo strato corneo, ossia lo strato più esterno dell’epidermide, possa funzionare da barriera.
Per questo motivo la pelle secca risulta più esposta agli agenti esterni, si irrita facilmente, presenta inestetismi ed invecchia anche più velocemente.
La secchezza cutanea può essere temporanea, come abbiamo detto, in caso di pelli sensibili a variazioni delle temperature o dopo l’uso continuativo di cosmetici o detergenti delipidizzanti. Alcune dermatosi di origine infiammatoria come la dermatite atopica, le ittiosi, la psoriasi possono caratterizzarsi per una secchezza cutanea cronico-recidivante che spesso si associa ad un’intensa sintomatologia pruriginosa. Patologie internistiche come disordini tiroidei, diabete o insufficienza renale possono spesso associarsi ad importante secchezza della pelle.
Spesso nei soggetti con xerosi cutanea marcata si riscontra una base genetica di predisposizione che, in presenza di fattori scatenanti, porta a tale manifestazione cutanea. Nella donna, in particolare, giocano un ruolo molto importante gli estrogeni. Questi ormoni, infatti, agiscono sugli strati profondi della pelle, ricchi di capillari, in cui la presenza di elastina e collagene, garantiscono il turgore e l’elasticità della pelle ancora giovane. I cambiamenti ormonali causati dalla menopausa con conseguente riduzione della produzione estrogenica, invece, aumentano la secchezza cutanea, ma anche un assottigliamento e un rilassamento dell’epidermide, alla base delle rughe profonde.
Pelle secca e pelle sensibile: quale legame?
La pelle secca, per via del minore sviluppo del film idrolipidico cutaneo che comporta, risulta anche più permeabile, sensibile agli agenti esterni, e presenta variazioni del microcircolo. Questa condizione porta a un maggiore sviluppo di radicali liberi, a una riduzione degli scambi intracellulari e a una diminuzione del rinnovamento delle cellule.
La cute sviluppa così rossore, sensazione di prurito e bruciore, ma diventa anche più sottile e può facilmente escoriarsi e lacerarsi. Le ferite che possono conseguire ad un’eccessiva secchezza cutanea possono anche sovrainfettarsi, soprattutto nei pazienti affetti da dermatite atopica.
Pelle secca: i rimedi
Per limitare la secchezza della pelle è necessario aumentare l’apporto di lipidi (acidi grassi, fosfolipidi, ceramidi) e i fattori di idratazione, in modo tale che si possa ripristinare l’equilibrio idrolipidico e contrastare così l’insorgenza di rughe e l’invecchiamento della pelle.
Importante quindi avere un’alimentazione equilibrata, ricca di acidi grassi “buoni” (insaturi), e povera di spezie, caffè e alcolici, e bere molta acqua. L’uso di creme emollienti più volte durante la giornata è fondamentale per mantenere idratata la cute. Bisogna inoltre privilegiare l’utilizzo di detergenti delicati, con funzionalità nutrienti, e olio a risciacquo (che andrebbe se possibile effettuato con acqua termale).
Evitare invece l’utilizzo di esfolianti e scrub più di una volta alla settimana, e in generale l’utilizzo di saponi aggressivi, gel e prodotti alcolici. I prodotti per la cura e l’igiene del corpo dovrebbero essere privi di profumazioni, tensioattivi e conservanti.
Sconsigliato anche lavarsi con acqua molto calda ed eseguire docce o bagni prolungati. In linea generale, sarebbe meglio evitare anche capi di abbigliamento troppo attillati e/o di fibre sintetiche.
L’uso del filtro solare è ,inoltre, fondamentale per ridurre i danni del photoaging oltre che di potenziali tumori della pelle.
L’importanza della visita dermatologica
La visita specialistica dermatologica in presenza di xerosi cutanea è molto utile soprattutto per determinare eventuali patologie cutanee o internistiche sottostanti.
In base alla visita dermatologica ed eventuali accertamenti spesso si riesce a curare la manifestazione cutanea, definendo una corretta terapia in base al tipo di patologia di base.
Il dermatologo può, inoltre, suggerire una corretta skin-care con creme e detergenti appropriati per il tipo di cute di ogni singolo paziente.
Infine, possono essere proposti dei trattamenti estetici a base di acido ialuronico a scopo di biorivitalizzazione (con effetto antiossidante, idratante e ristrutturante sulla cute) o di riempimento (filler) per ridurre il vuoto lasciato da eventuali inestetismi come le rughe da invecchiamento cutaneo.
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