La gonartrosi, ovvero l’artrosi del ginocchio, è una patologia cronica che si sviluppa a livello articolare e presenta lesioni degenerative a carico della cartilagine articolare che provocano progressivamente dolore, difficoltà nei movimenti e, in casi più severi, deformazione dell’articolazione stessa.
La gonartrosi coinvolge abitualmente pazienti di età avanzata, ma può colpire anche persone più giovani, magari precedentemente soggette a traumi del ginocchio o interventi chirurgici.
Ne parliamo con il dottor Riccardo Ruggeri, chirurgo dell’Unità Operativa Ortopedia 1 in Humanitas e membro del Grappiolo and Group.
I sintomi della gonartrosi
Il dolore che caratterizza la gonartrosi è sordo e meccanico, si manifesta dunque quando il ginocchio viene messo in moto e si attenua quando è a riposo.
Il disturbo si manifesta inizialmente a seguito di un’attività prolungata nel tempo dell’articolazione, ma, in caso di un quadro artrosico più complesso, il dolore può colpire il paziente anche a seguito di movimenti molto semplici, come può essere quello effettuato per alzarsi da una sedia o per scendere da un’automobile.
Tra gli altri sintomi della gonartrosi possiamo annoverare gonfiore della zona interessata e rigidità dell’articolazione al movimento. Progressivamente, inoltre, si può assistere a un versamento articolare, provocato da una produzione sovrabbondante del liquido sinoviale presente nella cavità articolare e che limita i movimenti.
La gonartrosi va diagnosticata precocemente e tempestivamente, perché solo così è possibile intervenire con un approccio conservativo, attraverso la fisioterapia e le terapie infiltrative e farmacologiche.
Se la gonartrosi dovesse però essere già in fase avanzata, sarà necessario ricorrere alla chirurgia. Oggi sono disponibili tecniche chirurgiche protesiche mini invasive, anche con l’ausilio della robotica, che consentono interventi sempre più precisi, veloci e con un recupero funzionale rapido, dall’impatto ridotto sulla quotidianità del paziente.
Come evitare o rallentare l’insorgenza della gonartrosi?
Sicuramente dopo i quarant’anni i pazienti dovranno fare attenzione a tutti quegli sport che, se praticati spesso, rischiano di danneggiare le articolazioni: parliamo, per esempio, di calcio e calcetto, rugby, corsa e tennis. Sport che, invece, contribuiscono a mantenere le articolazioni in buono stato sono il nuoto, la bicicletta, yoga e pilates, cyclette e tapis roulant, nordic walking e tai chi.
Inoltre sono da evitare anche quei lavori e quelle posizioni che contribuiscono a lungo andare al logorio delle articolazioni. Se bisogna fare attenzione agli sforzi, anche la sedentarietà non è una buona alleata delle nostre articolazioni, poiché può essere causa di irrigidimento degli arti e conseguente aumento del dolore al movimento.
Le articolazioni vanno poi nutrite anche attraverso l’alimentazione, che deve essere equilibrata, ricca di vitamine A,C, K e B12 e di Omega3 e povera di proteine di origine animale, alcol, caffè e sale (questi ultimi alimenti, in particolare, aumentano il rischio di osteopenia). Da considerare come fattori di rischio, inoltre, anche sovrappeso e obesità.
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