COME TI POSSIAMO AIUTARE?

Centralino
+39 02 8224 1

Se hai bisogno di maggiori informazioni contattaci telefonicamente

Prenotazioni Private
+39 02 8224 8224

Prenota una visita in privato o con assicurazione telefonicamente, oppure direttamente online

Centri

IBD Center
0282248282
Dipartimento di Gastroenterologia
02 8224 8224
Ortho Center
02 8224 8225
Cancer Center
0282246280
Centro Odontoiatrico
0282246868
Cardio Center
02 8224 4330
Centro Obesità
02 8224 6970
Centro Oculistico
02 8224 2555

Endometriosi: che cos’è e quali sono i sintomi

L’endometriosi è un’anomalia delle cellule endometriali (le cellule normalmente presenti nella cavità uterina) non ancora del tutto nota, per via della complessità della patologia e delle difficoltà nella diagnosi. 

L’endometriosi presenta inoltre complessità e percorsi differenziati dal punto di vista terapeutico, dato che i differenti stadi della malattia e la diversa tipologia delle pazienti che ne sono interessate, richiedono approcci e trattamenti diversificati. 

Approfondiamo l’argomento con la dottoressa Elena Zannoni, Responsabile di chirurgia conservativa ed endoscopica e specialista di Humanitas Fertility Center.

Endometriosi: cos’è

L’endometriosi è un’infiammazione cronica benigna degli organi genitali femminili e del peritoneo pelvico, causata dalla presenza anomala in questi organi di cellule endometriali che, in condizioni normali, si trovano solo all’interno dell’utero. Nell’endometriosi, quindi, il tessuto endometriale va a posizionarsi in sedi diverse da quella fisiologica. 

Le cause dell’endometriosi non sono ancora chiare, sicuramente vengono considerati fattori immunitari, genetici e/o ormonali. 

Fattori di rischio riconosciuti sono: il menarca (età della prima mestruazione) precoce e la nulliparità

È una patologia molto frequente a livello globale e i dati dell’Organizzazione Mondiale della Sanità riferiscono che possa interessare il 10% circa della popolazione femminile in età fertile. Colpisce infatti prevalentemente tra i 25 e i 35 anni, anche se gli studi più recenti rivelano che la patologia possa essere presente già alcuni anni prima della sua evidenza clinica. In ogni caso, la patologia è praticamente assente nell’età pre-puberale e post-menopausale. 

Le linee guida Internazionali raccomandano che la diagnosi di endometriosi venga fatta precocemente, per evitare accertamenti tardivi, che possano peggiorare l’andamento della malattia e la sintomatologia clinica. 

La diagnosi è spesso accidentale e avviene durante controlli ginecologici di routine o controlli specialistici eseguiti per altre patologie. 

La diagnosi di endometriosi deve essere fatta abbinando un’accurata anamnesi, l’esame obiettivo ginecologico e l’ecografia transvaginale

In alcuni casi, lo specialista ginecologo può avviare la paziente alla risonanza magnetica o a una laparoscopia diagnostica. 

Endometriosi: i sintomi

L’endometriosi è una patologia spesso asintomatica. Quando sintomatica, si manifesta generalmente con dolore, che è il primo campanello d’allarme. In particolare:

In presenza di un’intensa sintomatologia dolorosa nei giorni del ciclo (sintomi che, a volte, non si risolvono neppure con antidolorifici e/o antispastici) o di dolore durante i rapporti sessuali, è opportuno fare prontamente riferimento allo specialista.

I 4 stadi della patologia

La gravità e l’estensione della patologia endometriosica è stata classificata in quattro distinte fasi dall’American Society for Reproductive Medicine (ASRM), l’organizzazione dedicata al progresso della scienza e della pratica della medicina riproduttiva.

La classificazione degli stadi si basa sul livello di estensione e gravità dei danni, che condiziona le possibilità di trattamento:

Stadio 1 – Endometriosi minima: l’estensione della patologia è minima e si caratterizza per la presenza di pochi millimetri di tessuto endometriale al di fuori dell’utero, localizzati in posizione superficiale nei tessuti. 

Stadio 2 – Endometriosi lieve: è caratterizzata da un maggior numero di lesioni, che risultano anche più profonde.

Stadio 3 – Endometriosi moderata: l’estensione è maggiore. Sono presenti cisti ovariche (endometriomi) mono o bilaterali e tessuto aderenziale e/o cicatriziale tra gli organi pelvici. 

Stadio 4 – Endometriosi grave: impianti endometriosici molto profondi e presenza di voluminose cisti su una o entrambe le ovaie. Inoltre esiti cicatriziali e aderenziali importanti. 

Endometriosi e alimentazione: cosa mangiare

I sintomi dell’endometriosi, come il dolore e l’infiammazione, possono essere ridotti mantenendo un’alimentazione ricca di cibi anti infiammatori e disintossicanti. Per questo motivo la Fondazione Italiana Endometriosi ha stilato alcune linee guida in merito alla dieta per le persone con endometriosi.

È fondamentale aumentare l’apporto di alimenti ricchi di fibre: cereali integrali, legumi, verdura, frutta fresca (in particolare mele, pere e prugne). Le fibre, infatti, aiutano le funzioni digestive e intestinali e contribuiscono ad abbassare il livello ematico degli estrogeni, aiutando, quindi, a tenere a riposo gli organi e i tessuti estrogeno-dipendenti, tra i quali figura appunto l’endometrio.

Sono poi importanti i cibi ricchi di acidi grassi Omega 3, presenti in particolar modo nel pescato, dal pesce azzurro, al salmone, al tonno fresco, nonché in olio d’oliva, frutta secca e semi, come quelli di girasole, zucca o lino. Gli Omega 3, infatti, contribuiscono ad aumentare la produzione di prostaglandina PGE1, molecola in grado di ridurre i processi infiammatori. 

A integrazione della dieta, lo specialista può aggiungere, se lo ritiene opportuno, l’assunzione di specifici integratori, per garantire all’organismo un adeguato apporto di importanti componenti come vitamina D, Omega 6, metilfolato di calcio, partenio, quercetina, curcuma e nicotinamide.

Endometriosi: come si cura

Per curare l’endometriosi si possono adottare diversi trattamenti in base allo stadio e alla sintomatologia della malattia, andando dal semplice controllo clinico, all’utilizzo di terapie farmacologiche, sino al trattamento chirurgico. 

Se la patologia è ancora in fase iniziale e la paziente è asintomatica e/o presenta piccoli endometriomi a carico delle ovaie e/o impianti peritoneali non rilevanti, può essere suggerita una condotta di controllo e attesa. 

In caso, invece, di una sintomatologia manifesta, con dolore durante il ciclo mestruale, è possibile sottoporsi a una terapia farmacologica, utile anche a limitare il rischio di recidiva in pazienti che hanno già sostenuto la chirurgia. Si tratta di terapie che tengono sotto controllo i sintomi, garantendo un miglioramento della qualità della vita. Abitualmente vengono utilizzati farmaci a base di progesterone o le associazioni estro progestiniche (pillola anticoncezionale). Questi farmaci possono essere utilizzati per un tempo molto lungo ed eliminano la sintomatologia dolorosa. 

Terapie mediche più costose e di utilizzo più limitato vengono prescritte al bisogno dallo specialista.

Endometriosi e chirurgia: quando serve?

Il ricorso alla chirurgia deve essere valutato sempre molto attentamente e le indicazioni oggi sono quelle di sottoporre a intervento chirurgico solo quei casi in cui non ci sono alternative. 

La chirurgia infatti (a maggior ragione quando non eseguita in modo corretto) può portare alla diminuzione del potenziale riproduttivo della donna per una riduzione della sua riserva ovarica. Infatti, durante l’asportazione del tessuto endometriosico, spesso si danneggiano anche i tessuti sani, diminuendo per esempio, il numero degli ovociti presenti nell’ovaio operato o creando alterazioni nella vascolarizzazione d’organo con conseguente diminuzione della sua funzione. 

La tecnica chirurgica considerata il gold standard per l’endometriosi è la laparoscopia, che deve essere sempre però eseguita da chirurghi esperti, che abbiano a cuore la salute riproduttiva della donna e che utilizzino modalità chirurgiche corrette (per esempio l’asportazione di una cisti ovarica mediante l’identificazione del suo piano di clivaggio e il successivo stripping, ossia l’asportazione della sola capsula della cisti – nonché l’utilizzazione di tecniche di controllo dell’emostasi, ossia dei sanguinamenti, non troppo pesanti). 

In conclusione, l’endometriosi è una patologia tipica dell’età fertile, la cui presenza deve sempre essere sospettata in presenza di una determinata sintomatologia. La diagnosi deve essere il più possibile precoce, per evitare problematiche future, che possono diminuire la qualità della vita della donna e le sue capacità riproduttive. 

La gestione della patologia deve sempre essere affidata allo specialista, che deciderà l’iter diagnostico e terapeutico in modo personalizzato. 

Ultimo aggiornamento: Marzo 2025
Data online: Gennaio 2021

Ginecologia E Ostetricia

Visite ed esami

I numeri di Humanitas
  • 2.3 milioni visite
  • +56.000 pazienti PS
  • +3.000 dipendenti
  • 45.000 pazienti ricoverati
  • 800 medici
Torna su