Lo shock anafilattico è una reazione allergica particolarmente severa e ad esordio improvviso, che bisogna riconoscere e trattare tempestivamente, perché può comportare un serio rischio per la vita.
Lo shock anafilattico può insorgere in seguito all’assunzione di un farmaco, di piccole quantità di un alimento a cui si è allergici oppure dopo punture di insetti.
L’unico farmaco che può far regredire i sintomi dell’anafilassi è l’adrenalina, un vero e proprio farmaco salvavita che chi ha allergie gravi note deve portare sempre con sé.
Per questo motivo, chi avesse sperimentato anche in passato delle reazioni allergiche a determinate sostanze o a punture di insetti, deve fare riferimento allo specialista allergologo.
Lo specialista infatti, oltre a determinare la causa dell’allergia, potrà spiegare al paziente quali sono i sintomi che devono fare sospettare l’anafilassi e istruirlo su quando e come fare ricorso all’adrenalina.
Approfondiamo l’argomento con la dottoressa Maria Rita Messina, allergologa in Humanitas Rozzano e presso gli ambulatori Humanitas Medical Care De Angeli a Milano e Humanitas Medical Care Assago.
Shock anafilattico: cos’è e quali sono le cause
Lo shock anafilattico è una reazione allergica improvvisa, estremamente grave, che può risultare fatale. Lo shock anafilattico può essere causato dall’esposizione ad un allergene a cui si è già sensibilizzati: non è dunque possibile che la reazione avvenga al primo contatto con quella determinata sostanza, ma si può verificare la volta successiva, dopo che l’individuo vi è precedentemente entrato in contatto.
Sono svariate le sostanze che possono provocare in un soggetto allergico uno shock anafilattico: alimenti, farmaci, punture d’insetto o lattice.
Nella persona allergica, la reazione anafilattica può essere facilitata da alcuni cofattori, come l’assunzione di farmaci antinfiammatori non steroidei (FANS), l’assunzione di alcolici, la presenza di infezioni, l’esercizio fisico, temperature molto elevate o umidità e nelle donne le mestruazioni.
I sintomi dello shock anafilattico
In corso di anafilassi si liberano nell’organismo grandi quantità di istamina e altre sostanze che provocano in modo improvviso e repentino la dilatazione dei vasi sanguigni, con possibile conseguente abbassamento della pressione arteriosa e perdita di coscienza.
Sintomi che devono fare sospettare che si stia manifestando una reazione anafilattica sono:
- gonfiore di labbra, glottide e palpebre (edema);
- costrizione alla gola;
- difficoltà respiratoria;
- alterazioni del tono della voce;
- orticaria su varie parti del corpo;
- sensazione di svenimento;
- nausea;
- vomito;
- dolori addominali;
- diarrea;
- sensazione di malessere.
Quando rivolgersi all’allergologo?
Lo shock anafilattico può presentarsi immediatamente (da pochi minuti fino a 2 ore) a seguito del contatto o assunzione di una sostanza a cui la persona è allergica.
Campanelli di allarme che possono far sospettare si sia a rischio di reazioni allergiche severe, sono episodi di
- orticaria
- difficoltà a respirare
- malessere, manifestatisi ad esempio dopo un pasto, assunzione di un farmaco, puntura d’insetto.
In questi casi è necessario confrontarsi con lo specialista allergologo per effettuare un percorso di diagnosi allergologica, che potrà comprendere esami del sangue, test cutanei e altri test allergologici. In base al risultato degli esami e dopo aver considerato la storia clinica del paziente, lo specialista allergologo potrà individuare una causa dell’allergia, valutare il possibile rischio di reazioni allergiche future e l’eventuale necessità di prescrivere l’adrenalina. In caso questa venga prescritta, lo specialista provvederà a spiegare nel dettaglio sia al paziente che ai suoi familiari come e quando utilizzarla.
Cosa fare in caso di shock anafilattico
L’adrenalina è l’unico farmaco in grado di far regredire lo shock anafilattico e salvare la vita della persona. Per questo motivo, data la rapida insorgenza della reazione anafilattica e la sua estrema gravità, è importante che chi è consapevole di avere allergie gravi porti sempre con sé questo farmaco. L’adrenalina viene venduta in forma auto-iniettabile: una “penna” con a un’estremità un cappuccio di sicurezza e dall’altro una punta in cui è presente un ago che premuto contro la coscia, inietta istantaneamente una singola dose controllata di farmaco.
A seguito della somministrazione di adrenalina la persona deve essere portata in Pronto Soccorso, dove verrà tenuto sotto controllo fino al completo ristabilimento.
Qualora la persona non avesse con sé l’adrenalina bisogna chiamare immediatamente il 118. In attesa dell’intervento medico si possono somministrare cortisone, antistaminici o broncodilatatori, ma l’assunzione di adrenalina resta fondamentale per la remissione della reazione anafilattica. In caso la persona soggetta a shock anafilattico vada in arresto cardiocircolatorio, oltre a chiamare i soccorsi, bisogna iniziare immediatamente la rianimazione cardiopolmonare, che verrà continuata dal personale sanitario una volta giunto sul posto.
Quali sono i criteri di prescrizione dell’adrenalina
La prescrizione di adrenalina è indicata in pazienti con pregressa anafilassi, che sono sensibili ad allergeni non eliminabili o facilmente evitabili o la cui causa non può essere identificata (anafilassi idiopatica). Anche i pazienti interessati da patologie specifiche, come la mastocitosi sistemica che implica la sovrapproduzione di determinate cellule del sangue, sono considerati a rischio shock anafilattico e devono avere a disposizione l’adrenalina. In queste situazioni, lo specialista allergologo compila e consegna al paziente il piano terapeutico per l’adrenalina, il cui costo ricade a carico del Sistema Sanitario Nazionale.
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