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Mieloma multiplo


Il mieloma, insieme ai linfomi e alle leucemie, appartiene a un gruppo eterogeneo di tumori del sangue che hanno origine da mutazioni della cellula staminale emopoietica o di cellule progenitrici già orientate in senso mieloide o linfoide. 

Dai dati del Registro Italiano dei tumori 2021 (AIRTUM) le leucemie e i linfomi rappresentano circa il 50% di tutti i tumori infantili, e quando esordiscono in età adulta le più frequenti sono la leucemia linfatica cronica a cellule B (30% di tutte le leucemie), la leucemia linfoblastica acuta (20% di tutte le leucemie), la leucemia mieloide acuta (3,5 casi annui ogni 100.000 adulti). Si stima che in Italia ogni anno siano circa 4.700 i nuovi casi di leucemia diagnosticati tra i maschi e 3.200 tra le femmine, e 11,1 nuovi casi di mieloma multiplo ogni 100.000 maschi e 7,7 nuovi casi ogni 100.000 femmine, con poco più di 2.700 nuovi casi di mieloma ogni anno tra il sesso femminile e circa 3.000 tra quello maschile. 

Cos’è il mieloma multiplo?

Il mieloma multiplo (MM) è un tumore derivante dalla trasformazione tumorale delle plasmacellule: si tratta di cellule che derivano dai linfociti B e che hanno il compito di produrre gli anticorpi (immunoglobuline) per combattere le infezioni. Il mieloma si forma a seguito della moltiplicazione abnorme e incontrollata di una plasmacellula: questa iperattività proliferativa dà origine a una popolazione di cellule tumorali monoclonali, che si accumula nel midollo emopoietico e nelle ossa. Nelle fasi più avanzate, la proliferazione incontrollata delle plasmacellule tumorali inibisce la produzione delle altre cellule del sangue prodotte dal midollo osseo (globuli bianchi, globuli rossi e piastrine) inducendo un indebolimento delle difese immunitarie, anemia o rischio di emorragie. La localizzazione di plasmacellule maligne nelle ossa causa un importante danno osseo con la comparsa di estese porzioni ossee decalcificate.

Oltre al mieloma multiplo classico, esistono diversi altri tipi di malattie plasmacellulari  che si differenziano per il comportamento delle plasmacellule tumorali: 

  • mieloma micromolecolare: le plasmacellule tumorali non producono un anticorpo completo
  • mieloma non secernente: le plasmacellule tumorali non producono immunoglobuline
  • plasmocitoma solitario: le plasmacellule tumorali sono localizzate in un osso (plasmocitoma osseo) o in un tessuto molle del viso o collo (plasmocitoma extramidollare)
  • leucemia plasmacellulare: le plasmacellule tumorali sono presenti in numero elevato nel sangue.

Quali sono le cause del mieloma?

Le cause del mieloma multiplo non sono ancora note, ma la malattia colpisce prevalentemente le persone di età superiore ai 70 anni (38% dei casi) e solo il 2% delle diagnosi si riferisce a persone al di sotto dei 40 anni.

Quali sono i sintomi del mieloma?

In genere, il mieloma non dà sintomi, oppure possono essere presenti sintomi generici come stanchezza e mal di schiena. In alcuni casi, però, specie nel mieloma multiplo, possono manifestarsi sintomi soprattutto come conseguenza di un danno di organo. In questo caso, i sintomi vengono definiti da criteri chiamati CRAB, dall’acronimo delle parole inglesi: 

  • C = Calcium (elevated) ovvero ipercalcemia: il mieloma attacca le ossa e distruggendole vengono rilasciate elevate quantità di ioni di calcio nel sangue, inducendo ipercalcemia. Questo può causare una varietà di sintomi, tra cui sete eccessiva, nausea, costipazione, perdita di appetito e confusione.
  • R = Renal failure ovvero insufficienza renale: la causa più comune di insufficienza renale nel paziente con mieloma è dovuta a elevati livelli di proteine (immunoglobuline) secrete nel sangue dalle cellule tumorali. Trasportate dal sangue ai reni per essere espulse, possono creare danni renali; inoltre, l’aumento della perdita ossea responsabile dell’ipercalcemia, può anche contribuire all’insufficienza renale.
  • A = Anemia: la causa è la sostituzione del normale midollo osseo da parte delle cellule tumorali infiltranti e dall’inibizione della normale produzione di globuli rossi; l’anemia può causare spossatezza, debolezza, stanchezza mentale e confusione. Più raramente possono essere presenti anche leucopenia (diminuzione dei globuli bianchi) e trombocitopenia (riduzione delle piastrine), con sintomi quali una minor resistenza alle infezioni e facilità al sanguinamento anche in seguito a piccole ferite.
  • B = Bone lesions ovvero lesioni e dolore osseo: la maggior parte dei pazienti con mieloma soffre di dolore alla colonna vertebrale e alle costole. Anche le fratture ossee e la compressione del midollo spinale sono comuni: le fratture determinano anche il rilascio di ioni di calcio nel sangue, favorendo quindi l’ipercalcemia. 

Diagnosi

La diagnosi di mieloma spesso avviene durante l’esecuzione di esami per altri motivi. In genere, elevati livelli di proteine nelle urine (iperproteinuria) e nel sangue (iperproteinemia)e di gammaglobuline sono indicatori della presenza di un tumore delle plasmacellule. Gli esami importanti per la diagnosi includono: l’elettroforesi e l’immunofissazione delle proteine del siero, il dosaggio delle catene leggere libere nel siero.      

Oltre agli esami biochimici, per la diagnosi del mieloma è fondamentale la biopsia del midollo osseo che consiste nel prelievo di un frammento di osso aspirato direttamente con un ago lungo e sottile collegato a una siringa (aspirato midollare) che permette l’analisi del midollo in esso contenuto per la ricerca di plasmacellule che vengono usate per eseguire esami genetici essenziali per identificare il profilo di rischio del paziente.  

La diagnosi di mieloma multiplo deve essere completata con la PET total body e la risonanza magnetica per identificare lesioni ossee.

Trattamenti

Il trattamento moderno del mieloma multiplo si basa sulla combinazione di diverse modalità terapeutiche che vengono integrate sulla base delle caratteristiche del paziente (età, condizioni fisiche, comorbidità) e delle caratteristiche della malattia (tipo istologico, caratteristiche biologiche, profilo molecolare). I trattamenti utilizzati comprendono:

  • Chemioterapia: si basa sull’utilizzo di un farmaco o di una combinazione di farmaci somministrati per bocca o per via endovenosa, con l’intento di uccidere le cellule malate.
  • Farmaci biologici: includono gli inibitori del proteasoma e i farmaci immunomodulanti.
  • Immunoterapia: esistono tre modalità principali: 
  1. anticorpi che si legano in modo selettivo a proteine presenti sulle cellule di linfoma provocandone la morte; 
  2. anticorpi che attivano i linfociti T normali a riconoscere e distruggere le cellule di linfoma; 
  3. cellule CAR-T: si usano linfociti T del paziente ingegnerizzati a riconoscere ed eliminare le cellule del linfoma. 
  • Radioterapia: la radioterapia viene effettuata in casi specifici, come trattamento esclusivo e curativo nel plasmocitoma o con finalità sintomatica sulle sedi ossee condizionanti dolore o a rischio di fratture patologiche
  • Trapianto di cellule staminali: nella terapia del linfoma si utilizza prevalentemente il trapianto autologo. 

I referenti per la terapia del mieloma sono il Prof. Carmelo Carlo-Stella, la Dott.ssa Stefania Bramanti e il Prof. Matteo Giovanni Della Porta.

Gruppo multidisciplinare

L’attività dell’Unità Operativa di Oncologia Medica ed Ematologia è strettamente correlata a quella delle altre Unità Operative dell’Istituto Clinico Humanitas e all’Unità di Terapia di cellulare, con l’obiettivo di offrire ai pazienti un approccio diagnostico-terapeutico davvero multidisciplinare che tenga conto di tutte le specifiche competenze all’interno dell’Istituto. 

Case Manager Humanitas Cancer Center

Il gruppo multidisciplinare dell’Unità Operativa di Oncologia Medica ed Ematologia è composto dagli specialisti in genetica, ematologia, terapia cellulare, biologia molecolare e dermatologia, case manager e infermieri specializzati, che lavorano in sinergia per offrire le migliori opportunità di diagnosi, di trattamento e gestione della malattia ai pazienti con leucemia, al fine di migliorare le terapie e le dosi ma anche l’accesso alla terapia cellulare che a oggi rappresenta l’unica cura definitiva contro la malattia ematologica refrattaria.

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