Lo sci è sul podio degli sport invernali più amati. Sciatori agonisti e amatoriali durante le vacanze invernali e nei weekend affollano gli impianti sciistici alla ricerca della discesa perfetta, tuttavia se non si è sufficientemente allenati e preparati si rischia di incorrere in traumatismi, che possono variare da lievi a gravi. Spesso, infatti, salgono sugli sci persone poco allenate o comunque non abituate a determinati gesti sportivi. In questi casi gli infortuni sugli sci possono compromettere la giornata o richiedere lunghi stop.
Dagli arti inferiori agli arti superiori, possono essere coinvolti articolazioni, ossa e legamenti. A seconda dell’energia traumatica varia anche il livello di gravità dell’infortunio: i traumi a bassa energia richiedono solo riposo e osservazione, mentre quando aumenta l’energia si ricorre a immobilizzazioni temporanee (tutori, gessi) e trattamenti invasivi, sino all’intervento chirurgico. È ampia la varietà degli infortuni che interessano chi pratica gli sport invernali: non solo sci, ma anche snowboard, sci di fondo o scialpinismo. Ogni disciplina, sulla base del tipo di impegno muscolare e articolare presenta degli infortuni più “caratteristici”.
Ne parliamo con il dottor Davide Marchettini, traumatologo di Humanitas, medico collaboratore della Federazione Italiana di Sport Invernali, al seguito delle squadre femminili di slalom gigante e slalom speciale della Coppa del Mondo di sci alpino.
Come prevenire gli infortuni sugli sci: preparazione e attenzione al meteo
Può capitare che persone fuori allenamento, che non sono abituate a praticare attività sportiva nel corso dell’anno, decidano nei mesi invernali di salire sugli sci. Si tratta di un’abitudine rischiosa, anche in caso di sciatori amatoriali che praticano questo sport da diversi anni. In assenza di allenamento, infatti, i muscoli e le articolazioni possono non essere pronti per affrontare i dislivelli e le irregolarità delle piste da sci, soprattutto le più complesse. Per questo motivo, chi ama lo sci, dovrebbe pensare ad un training preparatorio prima di iniziare la stagione sciistica. In alternativa è utile iniziare la giornata con piste facili e “ripassare” con calma i gesti fisici e tecnici di base, al fine di riprendere confidenza con l’elemento – la neve – e con l’attrezzatura da sci. Effettuare degli esercizi di riscaldamento prima di iniziare a sciare è un’altra buona idea. Anche chi pratica regolarmente sport nel corso dell’anno non dovrebbe essere esentato da queste accortezze.
I principianti che si trovano per la prima – o le prime – volte sulle piste da sci devono affidarsi alla guida di professionisti che insegnino loro le basi dello sci. Sono i maestri di sci – fondamentali per capire come muoversi le prime volte – che insegnano, tra le altre cose, anche come cadere e rialzarsi.
Una volta pronti per partire verso le piste, tutti gli sciatori, devono prestare particolare attenzione al meteo e alle condizioni della neve. In presenza di nebbia o fitte nevicate, la visibilità può essere scarsa; la neve “fresca” può creare difficoltà ai meno esperti. In queste condizioni meglio attendere che il meteo migliori o rinunciare.
Al mattino, tendenzialmente, luce e qualità della neve sono migliori. Nelle ore pomeridiane, invece, la neve tende a diventare più pericolosa, sia poiché mossa e riportata dal continuo passaggio degli sci, sia perché si scioglie, divenendo più “pesante” e faticosa da sciare. Inoltre nel pomeriggio la stanchezza si fa sentire e i riflessi non sono gli stessi del primo mattino.
Attrezzatura da sci in buone condizioni e rispetto delle regole
È fondamentale seguire le regole di sicurezza, per evitare di fare male a se stessi e agli altri. Perciò occorre:
- tenere una velocità moderata
- prestare attenzione agli altri sciatori, soprattutto se bambini
- evitare di sciare dopo aver bevuto alcolici
- non avventurarsi, se non pratici, per i cosiddetti “fuoripista”
- mantenere distanze che consentano di cambiare direzione o fermarsi in caso di bisogno
- soccorrere altri sciatori in difficoltà, senza mettere in pericolo anche la propria incolumità
È importante anche utilizzare un’attrezzatura da sci in buone condizioni: gli sci e gli scarponi devono avere ricevuto una manutenzione prima di essere utilizzati, facendo riferimento a un centro specializzato. Gli sci devono essere adeguati alla corporatura, al peso e alle capacità dell’utilizzatore: sempre meglio farsi consigliare. Importante attrezzarsi poi con dispositivi di sicurezza (casco, paraschiena e guanti con protezioni), che in Italia non sono (ancora) obbligatori, ma che rappresentano un investimento sulla propria sicurezza.
Ginocchio e spalla: gli infortuni sugli sci più comuni
Ginocchia
Il distretto più coinvolto nei traumi sciistici è il ginocchio. Viene particolarmente sollecitato per il tipo di movimento e a causa dei nuovi materiali: questi da un lato facilitano la sciata, dall’altra concentrano molta energia sul ginocchio stesso sottoponendolo a stress importanti non appena se ne perde il controllo. Si produce cioè una distorsione che sovraccarica i legamenti, con danno che aumenta con l’aumentare dell’energia: lesione parziale, completa, associazione con fratture. Il legamento crociato anteriore è il più coinvolto, seguito dai legamenti collaterali e dalle fratture del piatto tibiale (soprattutto laterale).
Spalle
Un’altra articolazione particolarmente esposta a traumi quando si cade sugli sci, è la spalla. Può infatti venire colpita direttamente o subire l’energia indiretta di una caduta con il braccio esteso. Sono diversi i traumatismi che la coinvolgono.
La testa dell’omero e la cavità glenoidea della scapola si possono separare, provocando la cosiddetta lussazione della spalla. Può essere coinvolta l’articolazione acromion-claveare, con gradi diversi di lussazione, sempre sulla base dell’energia che si concentra localmente. Ancora, può fratturarsi l’omero prossimale. Infine si possono avere traumi e fratture coinvolgenti la clavicola.
Dal “pollice dello sciatore” al colpo di frusta: gli altri infortuni sulla neve
Quando cadiamo, spesso, tendiamo a mettere davanti a noi le mani per proteggerci. Cadere con le mani aperte può provocare distorsioni e fratture, relative sia al polso, che alla mano, che al gomito. Nella pratica dello snowboard queste patologie sono più frequenti.
Per quanto riguarda lo sci, uno dei traumi più comuni della mano è conosciuto come “pollice dello sciatore”: viene provocato da una caduta con violenta spinta del bastoncino contro l’articolazione metacarpo-falangea. Ciò causa una lesione del legamento collaterale ulnare, di grado differente sulla base dell’entità del trauma.
Traumi più violenti, ad alta velocità o contro un ostacolo fisso o per la somma delle velocità di due sciatori possono dar luogo a una sommatoria degli infortuni descritti o provocare situazioni più gravi. Frequenti, in tal senso, sono le fratture di gamba, dove gioca un ruolo la “leva” esercitata dallo scarpone.
Traumi cranici (per questo è fondamentale usare il casco), distorsioni cervicali (il noto “colpo di frusta”), interessamento di torace e addome o combinazioni di più fratture comportano scenari più critici e richiedono l’intervento di assistenza più intensiva e veloce (generalmente elisoccorso).
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