Il sostegno psicologico ha come obiettivo principale quello di aiutare chiunque ne senta il bisogno, che si tratti di bambini, adolescenti, adulti, anziani, e può essere individuale o di coppia. La tipologia di percorso e l’approccio indicati e utilizzati dai professionisti sono differenti e dipendono dal tipo di domanda, dal tipo di disagio nonché dall’obiettivo delle singole persone che chiedono aiuto.
Approfondiamo l’argomento con la dottoressa Ilaria Cipriani, psicoterapeuta di Humanitas PsicoCare.
Psicologo per bambini e ragazzi
Lo psicologo dell’età evolutiva si occupa di bambini e ragazzi entro i 18 anni di età. Valuta e tratta problematiche emotive e comportamentali, difficoltà incontrate nelle relazioni con i pari e con il mondo della scuola. A seconda della formazione che possiede effettua valutazioni per individuare e trattare i disturbi specifici di apprendimento; può supportare e intervenire in situazioni particolarmente stressanti e/o traumatiche, adottando strategie specifiche che facilitano la rielaborazione degli eventi. Svolge inoltre un lavoro importante e fondamentale con le famiglie che vengono pressoché sempre coinvolte perché rappresentano il primo e principale contesto di vita per i bambini e perché sono proprio i genitori ad essere i primi “terapeuti” dei loro figli.
Quando un adolescente ha bisogno di andare da uno psicologo?
L’adolescenza è un periodo molto delicato per tanti ragazzi e tante ragazze, che talvolta manifestano sofferenze che non si erano verificate prima per molte ragioni o che, pur essendoci, non avevano suscitato una particolare attenzione e/o preoccupazione. Rivolgersi a uno psicologo può essere un valido aiuto in quei casi in cui l’adolescente prova sofferenza a lungo, o magari avverte il bisogno di parlare di ciò che lo fa sentire a disagio.
In generale i ragazzi possono sperimentare crisi di impulsività, ansia, angoscia, agiti e condotte rischiose, ma anche porsi domande importanti e attraversare periodi difficili in cerca di risposte sulla propria identità e il proprio futuro.
Come dire ai genitori che si vuole andare da uno psicologo
Ciò che si può fare, è spiegare loro che si sente la necessità di confrontarsi con una persona esperta ed esterna alla famiglia, relativamente a sé e al rapporto con il proprio mondo, gli amici, compagni e insegnanti, ma anche con le emozioni e il modo di reagire a ciò che succede.
Molto utile è fare questa richiesta in un momento di tranquillità. Naturalmente la reazione può cambiare a seconda del rapporto che si ha con i propri genitori e dai genitori stessi: a volte questi ultimi temono di essere giudicati o ritenuti responsabili della sofferenza emotiva nei loro figli.
La visita psicologica per le persone anziane
Per le persone anziane la figura dello psicologo può essere estremamente importante, in quanto questa fase della vita è spesso carica di grandi cambiamenti: l’interrompersi dell’attività lavorativa, nuove nascite, malattie e lutti che colpiscono chi vive accanto a loro.
Sono momenti che possono portare stress e destabilizzazione emotiva, e addirittura avere un impatto sugli equilibri che fino a quel momento avevano garantito un certo tipo di vita.
Lo psicologo esperto nel lavoro con l’anziano può fornire un supporto anche ai familiari della persona con demenza o decadimento cognitivo.
Quando una coppia deve rivolgersi a uno psicologo?
Una coppia dovrebbe consultare uno psicologo quando c’è un malessere che non si riesce a risolvere e che può essere dalla parte di uno o di entrambi i partner.
Di solito le cause di malessere all’interno della coppia riguardano cambiamenti di vita dovuti a eventi sia esterni, sia interni. Gli eventi esterni che incidono sull’equilibrio della coppia possono essere la nascita di un bambino, una malattia, la perdita del lavoro; le cause legate a fattori definiti “interni” fanno riferimento alle credenze, ai valori, abitudini di vita apprese nel contesto familiare di appartenenza, e riproposte nel nuovo nucleo senza averle condivise e “rielaborate” insieme come nuova coppia e nuova famiglia.
L’obiettivo della terapia di coppia è quello di fornire uno spazio di ascolto, di riflessione e rielaborazione che ha lo scopo di accompagnare verso una risoluzione. Con l’aiuto di un professionista, infatti, si possono cercare nuovi equilibri e nuove modalità per affrontare i problemi all’interno della coppia. Importante è sottolineare che fare un percorso di coppia non significa necessariamente trovare una soluzione che implichi il continuare a stare insieme. Per qualcuno potrebbe voler significare decidere per una separazione avendo riconosciuto il valore del tempo trascorso insieme e l’importanza di proseguire ognuno nel proprio cammino in altro modo.
Visite ed esami
-
2.3 milioni visite
-
+56.000 pazienti PS
-
+3.000 dipendenti
-
45.000 pazienti ricoverati
-
800 medici