Con PET (Tomografia ad emissione di positroni) si intende una tecnica diagnostica di Medicina Nucleare ampiamente utilizzata in ambito oncologico, che, attraverso la somministrazione di un radiofarmaco e la successiva acquisizione di immagini, è in grado di fornire informazioni particolarmente precise e dettagliate su organi e tessuti.
L’introduzione di un nuovo radiofarmaco costituito dalla molecola PSMA radiomarcata, ha consentito nuovi progressi nello studio del tumore della prostata. Approfondiamo l’argomento con il dottor Marcello Rodari, dell’Unità Operativa di Medicina Nucleare di Humanitas.
Come funziona la PET?
“La PET è un esame semplice, non invasivo e sicuro. Il paziente viene fatto distendere sul lettino in posizione supina, dopo essere stato sottoposto ad iniezione endovenosa del radiofarmaco a livello dell’avambraccio.
I radiofarmaci sono composti da una molecola, che traccia il processo metabolico in esame, e da una particella radioattiva a cui questa si lega che, attraverso le radiazioni emesse, consente allo strumento di seguirne la distribuzione nell’organismo.
Una volta che il radiofarmaco è entrato nell’organismo, infatti, emette delle radiazioni che consentono al medico di seguirne il cammino attraverso gli organi, come se fosse una lampadina accesa. Al paziente viene chiesto di rimanere immobile e una speciale apparecchiatura – chiamata tomografo – esamina tutto il corpo registrando le radiazioni emesse dal paziente e producendo le immagini visibili sul computer, che successivamente vengono studiate dallo specialista.
Ogni radiofarmaco utilizza una molecola specifica che segue una particolare via metabolica permettendo lo studio di determinate cellule tumorali”, spiega il dottor Rodari.
PET con PSMA: in Humanitas un radiofarmaco innovativo per il tumore della prostata
“Il 68-Gallio PSMA è un radiofarmaco per i tumori della prostata, recentemente descritto in Farmacopea Europea e Humanitas è uno dei centri all’avanguardia nel suo utilizzo. La PET con 68-Gallio PSMA è una metodica che garantisce una maggiore precisione nello studio di questa patologia: il PSMA, infatti, è un antigene di membrana specifico per la prostata, presente in grande quantità sulla superficie delle cellule tumorali della neoplasia prostatica e quindi è un marker ideale per individuare le cellule tumorali attraverso la PET. Marcando dunque questo antigene con il gallio-68 le sedi di malattia metastatica possono essere individuate con precisione e più precocemente”, continua lo specialista.
“La PET con PSMA può essere richiesta dallo specialista sia in fase di stadiazione per la malattia prostatica con rischio intermedio o alto, che durante il follow-up dopo prostatectomia o radioterapia in caso di incremento del valore del PSA”.
Teranostica: la medicina nucleare guarda al futuro
Nell’ambito della letteratura scientifica è emerso che la molecola di PSMA è utile anche come bersaglio in ambito terapeutico.
La Medicina Nucleare, infatti, ha come scopo iniziale lo studio diagnostico della malattia oncologica mediante l’uso dei radiofarmaci, per poi poter sviluppare una cura seguendo una determinata via metabolica in base alle esigenze individuali del paziente.
“Quando parliamo di Teranostica ci riferiamo all’integrazione di imaging diagnostico e intervento terapeutico. Un agente diagnostico, dunque, prevede un approccio di teranostica quando è in grado di localizzare una condizione patologica, caratterizzarla sotto il profilo biologico e molecolare ed essere utilizzato come surrogato di un agente terapeutico (la stessa molecola usata per fini diagnostici viene marcata con un radionuclide adeguato per scopi terapeutici). Al momento sono in corso studi di fase 3 con PSMA marcato con il lutezio (Lu-177) da impiegare a scopo terapeutico, che con ogni probabilità verrà approvato nel corso dei prossimi anni”, approfondisce il dottor Rodari.
“Per sottoporsi a tale terapia, è necessario che il paziente venga ricoverato in stanze dedicate, schermate secondo la normativa vigente. Il radiofarmaco dispensato, infatti, contiene un’alta carica di radioattività, e per tale motivo non può essere somministrato in normali reparti. La terapia è somministrata per via endovenosa, e si localizza, come preventivamente riscontrato nell’esame PET diagnostico, solamente nelle aree di malattia attiva. Si tratta di una medicina personalizzata, di precisione, commisurata alle specifiche esigenze del singolo paziente.
In Humanitas terapie basate sul concetto di teranostica vengono già effettuate per la cura dei tumori tiroidei e dei tumori neuroendocrini gastroenteropancreatici. Prossimamente con l’approvazione del radiofarmaco PSMA per terapia, sarà possibile fare teranostica anche per la malattia prostatica metastatica”, conclude lo specialista.
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