Può capitare di svegliarsi con indolenzimento dei muscoli facciali, secchezza della fauci o fastidio alle orecchie. Queste sensazioni sono alcuni dei sintomi del bruxismo notturno.
Lo stress che viviamo ogni giorno nella nostra quotidianità e la sedentarietà possono portare a digrignare i denti, ovvero il movimento di sfregare l’arcata superiore contro quella inferiore, o serrarli involontariamente durante il sonno.
Alcune volte i sintomi sono evidenti, altre è il partner ad accorgersi della contrazione dei muscoli adibiti alla masticazione durante la notte.
Per capire come riconoscere i sintomi del bruxismo ci siamo rivolti al Prof. Roberto Weinstein, Direttore Scientifico dell’Odontoiatria Humanitas.
Bruxismo: le cause
Nella maggior parte dei casi il bruxismo è multifattoriale, ovvero non ha una sola causa scatenante, ma una coesistenza di più fattori, come ad esempio:
– Disturbi del sonno;
– stress, ansia e nervosismo;
– disturbi dell’umore;
– sedentarietà;
– abuso di alcolici o fumo.
Capire le cause del proprio digrignamento o serramento dei denti permette di affrontare e curare questa condizione che può durare anche per anni se non trattata, e creare danni alla bocca e all’articolazione masticatoria.
I sintomi del bruxismo
I sintomi del bruxismo variano per intensità e tipologia di caso in caso. I sintomi sono correlati al tipo di sforzo a cui si sottopone il muscolo masticatorio, ovvero serramento o digrignamento dei denti.
I sintomi del bruxismo sono:
– affaticamento dei muscoli masticatori e rigidità dell’articolazione della mandibola;
– usura dello smalto dentale. La pressione costante esercitata dal serramento dei denti può generare l’assottigliamento dello smalto, che nei casi più gravi può arrivare fino alla rottura del dente;
– usura dei denti che possono ridursi e diventare piatti e affilati;
– dolore alle zone collegate all’articolazione masticatoria, come testa, orecchie e collo;
– secchezza delle fauci.
Va da sé che il trattamento per il bruxismo va concordato col proprio professionista di fiducia e varia di caso in caso.
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