Durante la stagione estiva diverse persone colgono l’occasione per gite al mare, in montagna e al lago: sono i mesi dell’anno in cui è più facile abbronzarsi, anche inavvertitamente. La luce solare è importante per il nostro organismo e apporta tanti, irrinunciabili, benefici. Passare qualche ora all’aria aperta, infatti, aiuta il nostro corpo nella sintesi della vitamina D, mantiene alto il tono dell’umore poiché contribuisce al rilascio dell’ormone serotonina e concilia il riposo notturno.
Tuttavia passare troppo tempo al sole, in particolare se non si utilizzano protezioni adeguate, può avere anche una serie di severi effetti negativi sulla salute.
Quali sono le abitudini corrette per un’abbronzatura sana che non interferisce con la nostra salute? Ne parliamo con la dottoressa Chiara Perugini, dermatologa in Humanitas.
Al sole senza protezione: i rischi per la pelle
Esporsi al sole senza un’adeguata protezione solare può provocare danni acuti e danni nel lungo periodo: per quanto riguarda il primo caso parliamo di eritemi solari e ustioni, con rischio di infiammazione intensa, dolore, edema, fino a quadri di malessere generalizzato.
In cronico, le ustioni attiniche reiterate nel corso del tempo, principalmente se incorse durante l’infanzia e la giovinezza, aumentano il rischio di sviluppare tumori della pelle.
Il sole, inoltre, può rappresentare un pericolo anche per il benessere degli occhi e aumentare la disidratazione del corpo.
Come proteggersi dal sole?
Per evitare il rischio di sviluppare eritemi solari e di aumentare il rischio di sviluppo di un tumore cutaneo nel futuro, è fondamentale proteggersi dai raggi solari nocivi, come gli UVA, responsabili del foto-invecchiamento della pelle, e gli UVB, responsabili delle scottature.
• Il primo passo è ridurre il tempo di esposizione al sole, evitando gli orari centrali della giornata, soprattutto dalle 12 alle 16, quando i raggi solari sono più intensi.
• In generale, poi, è buona norma coprirsi con vestiti leggeri e utilizzare gli occhiali da sole con filtri UV e un cappello.
• Applicare una protezione solare quotidianamente, anche in città. Sono in commercio diverse creme idratanti con integrato SPF (grado di protezione solare).
Protezione solare: come sceglierla e ogni quanto metterla?
Ci sono diversi prodotti disponibili in commercio; è bene scegliere una protezione solare con SPF (Fattore di Protezione Solare) 30+ o, ancora meglio, 50+. Più l’SPF sarà alto, più la pelle sarà protetta dai raggi UV, e l’abbronzatura derivante sarà più sana e duratura.
La crema solare da acquistare è quella che protegge sia dai raggi UVA, sia da quelli UVB ed è importante ricordarsi di applicarla più volte al giorno, ogni 2-3 ore. La quantità che mettiamo, infatti, è nella maggior parte dei casi inferiore a quella di cui la nostra pelle avrebbe bisogno (2mg di crema per cm2 di cute) e, inoltre, per quanto la nostra crema possa essere resistere all’acqua, oltre i 40 minuti di utilizzo la sua azione, minata dai bagni in mare e dalla sudorazione, andrà comunque scemando.
Abbronzatura artificiale, le lampade abbronzanti sono pericolose per la salute?
Informazione errata e “voci di corridoio” hanno contribuito, nel corso degli anni, a fortificare una serie di falsi miti sull’abbronzatura che spesso sono, oltre che assolutamente poco veritieri, anche dannosi per la salute. Il primo, per esempio, è quello per cui una “base” di abbronzatura aiuterebbe quella solare. Cosa si intende, in questo caso, con “base”? Principalmente il tipo di abbronzatura artificiale ottenuta con lampade abbronzanti, sia docce che lettini abbronzanti. Si tratta però di un’esposizione dannosa, poiché estremamente intensa e senza i benefici della luce solare vera e propria. Pur utilizzando una protezione solare alta, il rischio di sviluppare scottature e danni alla pelle con l’abbronzatura artificiale è molto alto e infatti è particolarmente sconsigliata in età adolescenziale.
La protezione solare serve solo ad alcuni tipi di pelle?
Quando si parla di tumori alla pelle, poi, vi è l’errata convinzione che chi si abbronza senza scottarsi non abbia un maggior rischio di sviluppare il melanoma. In realtà non è vero, infatti, l’abbronzatura predispone in qualsiasi caso ai tumori della pelle.
È fondamentale ricordare anche che non sono solo i pazienti a fototipo chiaro (con i capelli biondi o rossi e la pelle molto chiara) a doversi proteggere, ma anche chi ha un fototipo scuro (dal tipo mediterraneo alla pelle nera): i rischi associati all’abbronzatura e alle scottature, infatti, non risparmiano nessun tipo di pelle.
L’abbronzatura invecchia la pelle
Infine, l’idea che una pelle abbronzata sia necessariamente sinonimo di una pelle sana è ormai da superare. L’abbronzatura concorre all’invecchiamento precoce della pelle e allo sviluppo di macchie cutanee e rughe. Come abbiamo detto è un fattore di rischio conclamato per i tumori della cute, si associa a danneggiamento della cornea, della retina e del cristallino. Questo, tuttavia, non significa che sia vietato esporsi ai raggi solari (anzi, come abbiamo detto la luce del sole ha molti benefici), ma si possono passare diverse ore all’aperto in attività piacevoli per l’umore e la salute facendo al contempo attenzione alla salute della propria cute. Infine è importante prendersi cura della propria pelle in ogni momento dell’anno, anche a casa, mantenendola idratata utilizzando creme adeguate alla propria età e stato di salute, bevendo sempre molta acqua e seguendo un regime alimentare equilibrato.
Visite ed esami
-
2.3 milioni visite
-
+56.000 pazienti PS
-
+3.000 dipendenti
-
45.000 pazienti ricoverati
-
800 medici