La gastrite è un disturbo piuttosto comune che si manifesta principalmente con bruciore e dolore a livello dello stomaco.
Le cause più comuni della gastrite sono l’assunzione cronica di determinati farmaci (come per esempio antinfiammatori non steroidei), infezione batterica da Helicobacter pylori o una dieta poco equilibrata.
Il quadro della patologia, quindi, può essere molto variabile e comportare una diversa tipologia di trattamento a seconda delle cause scatenanti, della sintomatologia e del livello di gravità.
Approfondiamo l’argomento con la dottoressa Gaia Pellegatta, gastroenterologa in Humanitas.
Gastrite acuta o cronica: quali sono le cause?
Come abbiamo detto, la gastrite può svilupparsi in forma acuta o cronica. Gli episodi di gastrite acuta insorgono principalmente in relazione a un’alimentazione e uno stile di vita non corretti, in cui vi è un abuso di cibi grassi e irritanti e di alcolici o fumo di sigaretta, oppure in associazione a patologie tiroidee o all’assunzione di FANS (farmaci antinfiammatori non steroidei). Anche lo stress psicofisico e i traumi possono provocare episodi di gastrite.
La gastrite cronica, invece, ha un tempo di insorgenza più lento, perdura a lungo e si sviluppa a causa di un’infezione da Helicobacter pylori. In alcuni casi la gastrite cronica può restare asintomatica per diverso tempo prima della progressiva comparsa della sintomatologia.
I sintomi della gastrite
I sintomi della gastrite sono tendenzialmente i medesimi sia per quanto riguarda la forma acuta sia per quanto riguarda la forma cronica. A variare è la presenza di uno o più sintomi e la loro intensità.
Tra questi si annoverano:
• Bruciore
• Crampi
• Scarsità di appetito
• Nausea
• Vomito
Cosa mangiare e cosa evitare con la gastrite?
Il primo e più importante passo, quando si parla di gastrite, è modificare il proprio stile di vita e la propria alimentazione. Chi soffre di gastrite, infatti, deve abituarsi a effettuare pasti piccoli e frequenti e evitare alimenti irritanti e che provocano acidità di stomaco: le spezie e i cibi piccanti, dunque, ma anche il fritto e i grassi saturi.
Tra le bevande meglio evitare gli alcolici, il caffè e le bibite gassate.
Vi sono poi alcune abitudini errate che contribuiscono all’acuirsi della gastrite, come il fumo di sigaretta, una vita sedentaria e un sonno ridotto e irregolare. Per questo è opportuno evitare di fumare, seguire con costanza un’attività fisica aerobica e regolarizzare il ciclo sonno-veglia. In particolare, l’attività fisica ha effetti benefici sia sul processo di digestione, sia sul tono dell’umore perché contribuisce a contrastare lo stress.
Quali esami fare per la gastrite e come si cura?
Se i sintomi perdurano per più giorni e non si risolvono con delle modifiche allo stile di vita o all’alimentazione è opportuno consultare lo specialista che prescriverà esami di approfondimento.
Tra questi i più comuni sono l’esame delle feci, il test del respiro utile per valutare l’eventuale presenza di un’infezione da Helicobacter pylori e l’esofagogastroduodenoscopia.
L’EGDS consiste nell’introduzione dalla bocca di un sottile tubicino al cui apice è posizionata una telecamera che permette la valutazione di esofago, stomaco e duodeno. È un esame invasivo, effettuato in sedazione e ben tollerato dai pazienti che viene effettuato solo in determinati casi.
La terapia farmacologica per attenuare la sintomatologia della gastrite prevede l’utilizzo farmaci antiacidi o inibitori della pompa protonica. In caso la gastrite si associ a infezione da Helicobacter pylori sarà invece necessario un trattamento antibiotico.
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