La vitiligine è un disordine acquisito della pigmentazione cutanea, che causa la comparsa di macchie ipocromiche o acromiche di grandezza variabile sulla pelle. La patologia ha una patogenesi complessa, ancora non completamente chiarita: tra le teorie proposte vi è quella di un’origine autoimmune, dovuta a una risposta errata del sistema immunitario che reagisce ai melanociti, le cellule deputate alla produzione della melanina. La comparsa delle macchie della vitiligine può provocare in chi ne è colpito insicurezze sociali e relazionali che possono richiedere un supporto psicologico.
La vitiligine interessa lo 0,5-2% circa della popolazione mondiale, sia maschile sia femminile, e in particolare chi ha più di 20 anni (ma nel 50% dei casi esordisce in età pediatrica).
Approfondiamo l’argomento con la dottoressa Alessandra Narcisi, dermatologa di Humanitas.
Quali sono le cause della vitiligine
Sulle cause della vitiligine non è ancora stata fatta, a oggi, completa chiarezza. Tuttavia è noto che tra i fattori di rischio di questa patologia si annoverino risposte autoimmuni dell’organismo e familiarità con il disturbo. La vitiligine, infatti, comporta una perdita di melanina (a causa della scomparsa o della inattivazione dei melanociti), il pigmento che dà alla nostra pelle il suo colore naturale, più o meno scuro: le zone in cui la melanina non viene prodotta, dunque, risultano alla vista completamente bianche. In individui con predisposizione per patologie autoimmuni, magari affetti già da patologie come la tiroidite autoimmune o il diabete di tipo 1, l’organismo non riconosce i melanociti, ossia le cellule deputate alla produzione di melanina, e li attacca.
Un altro fattore alla base della perdita di melanina potrebbe invece essere di origine metabolica: in tal caso la perdita di melanina è legata a disturbi metabolici, per esempio delle ghiandole endocrine. Infine, altri fattori di rischio per lo sviluppo di vitiligine, sono lo stress psicofisico, i danni alla cute causati dalle scottature solari e traumi della pelle come, per esempio, dei tagli o delle ferite.
In ogni caso, si tratta di cause che andranno indagate dallo specialista in sede di diagnosi.
Vitiligine: quali sono i sintomi?
È molto semplice riconoscere la vitiligine: le chiazze ipopigmentate che provoca, infatti, sono molto caratteristiche, dai bordi lisci o frastagliati e presentano la zona centrale sensibilmente più bianca rispetto al resto della cute. La zona circostante la chiazza di vitiligine, inoltre, in alcuni casi può presentarsi lievemente iperpigmentata rispetto al resto della pelle. La vitiligine è principalmente di due tipi: non-segmentale / bilaterale oppure segmentale / localizzata.
La vitiligine non-segmentale è quella più comune, che interessa il 90% dei pazienti con vitiligine e si caratterizza per le chiazze simmetriche su ambo i lati del corpo: le zone più comuni dove si manifesta sono le mani, gli occhi e la bocca, le ginocchia, i gomiti, le braccia e i piedi, oltre alla zona genitale.
La vitiligine segmentale, invece, si manifesta su una singola parte del corpo e interessa in particolar modo i pazienti in età pediatrica. Di solito questa forma di vitiligine non tende a progredire, ma resta confinata a quel segmento cutaneo
La vitiligine può manifestarsi anche con uno scolorimento prematuro di capelli e barba, ma anche ciglia o sopracciglia, con uno scolorimento delle mucose della bocca e del naso, o con dei cambiamenti nel colore della retina.
Come si cura la vitiligine?
La vitiligine non si può eliminare; si può tuttavia intervenire sulle zone della pelle già colpite.
Chi ha una forma di vitiligine lieve può utilizzare dei farmaci corticosteroidi topici, con inibitori topici della calcineurina (quali tacrolimus e pimecrolimus), oppure con analoghi della vitamina D (calcipotriolo). A scopo puramente estetico, possono essere utilizzati dei fondotinta cosmetici per uniformare il colore della pelle (sempre su consiglio dello specialista dermatologo). Per chi, invece, ha una vitiligine più severa, si può ricorrere alla fototerapia o all’intervento farmacologico con immunosoppressori, che aiutano a pigmentare le zone di pelle colpite dalla malattia, ma si tratta di un intervento non risolutivo e che non impedisce la progressione della patologia.
Infine, in determinati casi selezionati dallo specialista, si può ricorrere alla depigmentazione della cute sana, qualora la vitiligine fosse presente sulla maggior parte del corpo, in modo che il colorito risulti uniforme.
In generale è importante che le chiazze depigmentate non prendano direttamente la luce del sole, bisognerà dunque usare una crema solare ad alto fattore protettivo, perché le zone colpite dalla vitiligine, non avendo il corretto apporto di melanina, risultano più sensibili alle scottature. Un altro consiglio può essere quello di integrare la vitamina D, oltre a quella ottenuta dall’alimentazione, poiché la mancata esposizione solare della pelle può comportare una diminuzione dei livelli nell’organismo di questa importante vitamina, fondamentale per la salute delle nostre ossa.
Attualmente sono in corso numerosi studi clinici volti a valutare l’efficacia e la sicurezza di nuovi farmaci specifici contro la vitiligine che nei prossimi anni potrebbero portare a una migliore gestione di questa patologia.
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