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Disturbo narcisistico di personalità (narcisismo)


Che cos’è il narcisismo?

Il narcisismo è un tratto personologico caratterizzato da un grandioso senso di sé, bisogno di eccessiva ammirazione, da relazioni superficiali e strumentali e dalla mancanza di empatia verso gli altri.

Il “narcisista” nutre l’aspettativa di ricevere un trattamento speciale dagli altri che rifletta il proprio status percepito come superiore e ricerca il soddisfacimento immediato delle proprie aspettative.

È corretto parlare di spettro narcisistico.

Come tratto il narcisismo è riscontrabile nella popolazione generale. Come ci sottolineano alcune ricerche, se tali caratteristiche sono presenti a livello subclinico, possono avere anche ripercussioni positive, ad esempio favorendo la tenuta mentale in situazioni in cui si è sotto pressione e portando risultati positivi a scuola o sul lavoro; avere un elevato senso di autostima può anche rendere una persona più motivata e assertiva di altre.

Che cos’è il Disturbo narcisistico di personalità?

Un alto livello di narcisismo può essere però chiaramente dannoso nelle relazioni affettive, familiari e professionali.

Quando il tratto è pervasivo e compromettere il funzionamento quotidiano nella sfera affettiva-professionale-sociale delle persone, diventa patologico: parliamo allora di Disturbo narcisistico di personalità. Tra tutti i disturbi di personalità, questo Disturbo ha la presentazione più variabile e la più ampia gamma di gravità, rendendo difficoltoso definirne confini e criteri diagnostici. Inoltre complica il trattamento dei disturbi presenti in comorbidità.

Il Manuale diagnostico e statistico dei disturbi mentali (DSM -5) classifica i disturbi della personalità in gruppi sulla base di somiglianze del sintomo; ogni gruppo è definito un cluster. Il Disturbo narcisistico di personalità fa parte dei disturbi di personalità del cluster B, caratterizzati da comportamenti esasperati e drammatici, scarsa regolazione emotiva ed impulsività.
Classicamente si possono individuare due sottotipi del disturbo, che possono coesistere o prevalere in una forma. Il sottotipo overt (“evidente”) “grandioso” manifesta un atteggiamento di grandiosità, arroganza e disprezzo, con scarsa attenzione ai bisogni altrui. Il sottotipo “vulnerabile” covert (“nascosto”) è caratterizzato da vulnerabilità e fragilità, per cui si è ipersensibili alle valutazioni degli altri e spaventati dal confronto; in modo “coperto” si rimane comunque fortemente centrati su di un sé superiore.

È presente una vulnerabilità dell’autostima, che porta chi ne è affetto ad essere sensibile a critiche e frustrazioni, con reazioni di aggressività e rabbia. Quando gli eventi di realtà portano al mancato soddisfacimento delle idee grandiose di sé, possono manifestarsi stati elevati di ansia e depressione.

Il disturbo colpisce circa l’1% della popolazione e interessa prevalentemente il genere maschile.

Quali sono le cause del Disturbo narcisistico di personalità?

La patogenesi del disturbo non è ben definita. Si ipotizza che entrino in gioco in interazione variabili genetiche, biologiche e psicosociali.

Sul fronte dell’ereditarietà, gli studi sui disturbi di personalità in generale portano tassi superiori al 60%.

Nel campo del neuroimaging le ricerche presentano dati preliminari sui correlati neuronali dell’empatia disfunzionale, caratteristica dei pazienti con disturbo narcisistico di personalità.

Vi è inoltre l’ipotesi che gli stili genitoriali possono contribuire allo sviluppo del disturbo e che differenti caratteristiche del disturbo potrebbero avere differenti eziologie psicosociali, pur in assenza di evidenze consistenti provenienti dalle ricerche empiriche.

Sono stati sviluppati alcuni modelli all’interno di teorie psicodinamiche, dell’attaccamento e dell’apprendimento sociale, che mettono in relazione il disturbo con criticità nello sviluppo del sé nella prima infanzia; è stato chiamato in causa il ruolo dell’eccessivo coinvolgimento dei genitori, dell’iperprotettività e della sopravvalutazione del bambino, spesso associato a frustrazione eccessiva, freddezza dei genitori, aggressività e rifiuto, come potenzialmente contributo allo sviluppo della patologia narcisistica nell’infanzia.

Alcuni studi mostrano associazione generale tra disturbo e abuso e trascuratezza.

Altre ricerche supportano l’associazione con l’abuso emotivo, in particolare con i tratti narcisistici “covert”.

Comorbidità

Il Disturbo narcisistico di personalità può manifestarsi in comorbidità con depressione, ansia sociale, abuso di sostanze e altri disturbi di personalità (in particolare borderline), rendendo complesso sia la diagnosi che il trattamento.

La presenza di comorbidità è associata ad una maggior compromissione funzionale e a un elevato rischio di suicidio rispetto ai pazienti senza disturbi co-presenti.

Pazienti con un disturbo grave hanno più probabilità di avere un maggior numero di disturbi di personalità in comorbidità.

La comorbidità con il disturbo di personalità antisociale ha l’impatto maggiormente negativo sulla prognosi.

Trattamento

I trattamenti psicoterapeutici e farmacologici per il disturbo narcisistico della personalità utilizzati nella pratica clinica sembrano variare ampiamente.

Diverse psicoterapie efficaci nel trattamento del disturbo borderline di personalità sono state adattate anche per trattare il Disturbo narcisistico di personalità, ma la ricerca si trova in una fase preliminare. Gravi sintomi quali la marcata instabilità affettiva, la rabbia impulsiva e l’aggressività o i disturbi cognitivo-percettivi vengono trattati farmacologicamente con stabilizzatori dell’umore, antidepressivi e antipsicotici.

Il trattamento del Disturbo narcisistico di personalità risente del livello di gravità e di funzionamento sociale.

Per le caratteristiche fondanti il disturbo l’accesso alle cure da parte di questi pazienti a volte è ridotto.

I pazienti spesso giungono all’attenzione clinica cercando cure per i disturbi in comorbidità.

Le persone con Disturbo narcisistico di personalità accedono più facilmente a un percorso di psicoterapia per il quadro sintomatologico che provano, come uno stato di profonda depressione, o per problematiche comportamentali che si sono manifestate. I pazienti faticano dunque a riconoscere la propria vulnerabilità e per questo diventa difficile costruire una buona alleanza terapeutica.

La terapia farmacologica standard e le psicoterapie basate su evidenze devono essere utilizzati per trattare i disturbi mentali co-presenti (come ad esempio il disturbo d’ansia generalizzato o la depressione maggiore).

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