Sono giunte diverse domande da parte dei nostri utenti dedicate alla cattiva digestione, al gonfiore e all’eruttazione. Le risposte degli specialisti dell’Unità Operativa di Gastroenterologia di Humanitas, ci aiutano a fare chiarezza.
Il bruciore e l’acidità suggeriscono un problema legato allo stomaco e nello specifico a una possibile gastrite o al reflusso gastroesofageo. In base ai dati anamnestici e anagrafici, si prescriverà una terapia antisecretiva ed eventualmente approfondimenti diagnostici come la gastroscopia con biopsie per ricercare la presenza di Helicobacter Pylori.
Una digestione difficoltosa unita a un’alterazione del battito cardiaco fa pensare a un reflusso gastroesofageo o alla presenza di ernia iatale. Le verdure, specialmente quelle filamentose e crude, sono difficilmente digeribili quando si è in presenza di un’infiammazione dello stomaco, per cui è normale non tollerarle.
I sintomi riportati possono derivare da una gastrite che deve essere verificata con esami diagnostici come la gastroscopia. Inoltre un’ecografia addominale permette di escludere un problema a livello della colecisti, come la presenza di calcoli o di bile densa.
Se le indagini specifiche per lo stomaco sono risultate negative, bisogna pensare ad altre fonti di origine del problema. Sarebbe opportuno sottoporsi a un’ecografia addominale per verificare lo stato della colecisti. Un’altra valutazione utile può essere quella di un fisiatra per esaminare se ci siano delle alterazioni nella dinamica del diaframma.
A oggi, i test per le intolleranze non sono ritenuti validi dalla comunità scientifica in quanto non riconoscono patologia in sé. Per cui non esiste un esame di riferimento e affidabile. L’atteggiamento più saggio è quello di tenere un diario alimentare con riportato il tipo di alimenti che si consuma e i sintomi che ne possono derivare. I risultati vengono così confrontati con quelli del test di intolleranza che si sceglie di fare. Sarebbe necessario che tutto questo fosse supervisionato da uno specialista in nutrizione.
Elevate quantità di fibre non raffinate possono irritare i diverticoli. Ma il farro non c’entra nulla con tutto ciò, a meno che non sia anch’esso integrale. Come suggerimento, per le indicazioni dietetiche nella malattia diverticolare, si consiglia comunque il consumo di farine non raffinate (es. integrale), ma in quantità moderata.
Verosimilmente il problema non è legato alla presenza dell’ernia iatale che raramente è causa principale dei sintomi. Il dimagrimento va inquadrato in quadri clinici più complessi come può essere la malattia celiaca. Per cui il suggerimento è quello di fare i test ematici ed endoscopici per valutarne la presenza.
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