Humanitas Cancer Center dedica ai cancer survivor, ovvero ai pazienti sopravvissuti da oltre cinque anni a una diagnosi di tumore, un programma personalizzato sulla base delle loro esigenze. Nonostante questi pazienti siano considerati guariti, è necessario pensare per loro a dei programmi di follow-up specifici, che tengano conto della diagnosi, delle terapie eseguite e delle eventuali patologie a esse associate.
Nasce così il Cancer Free Program che, tramite una piattaforma, offre agli ex pazienti oncologici indicazioni e consigli utili per uno stile di vita sano, che aiuti a ridurre il rischio di tumore. Al tempo stesso, il programma ha lo scopo di coinvolgere attivamente i medici di medicina generale (MMG), per garantire ai pazienti una continuità assistenziale, che vada oltre le problematiche prettamente oncologiche.
Il portale del Cancer Free Program è attivo per tutti gli ex pazienti che hanno aderito al programma e dispongono di un account Humanitas con te, è possibile, infatti, accedere alla piattaforma proprio tramite l’app Humanitas con te. Nella propria area personale, gli ex pazienti oncologici troveranno anche una lista di esami di follow up consigliati e, se decideranno di eseguirli (non necessariamente nelle strutture Humanitas), potranno scegliere di caricarne i referti sul portale così che un medico li possa prontamente consultare, entrando prontamente in contatto nel caso fossero necessari ulteriori approfondimenti.
Per maggiori informazioni:
- mail: cancerfreeprogram@humanitas.it
- telefono: 02.8224.7399
Di seguito una panoramica delle principali problematiche che potrebbero riguardare i cancer survivor e che il Cancer Free Program di Humanitas si propone di affrontare.
Possibili effetti collaterali tardivi
Le terapie antitumorali sono sempre più efficaci e mirate. Oggi esistono trattamenti specifici, che curano il tumore, minimizzando al contempo gli effetti collaterali che caratterizzavano le terapie oncologiche nel passato.
Informazioni utili a comprendere e affrontare alcuni problemi che potrebbero presentarsi anche molto tempo dopo le cure ricevute:
- Astenia: l’astenia consiste nella riduzione della forza muscolare tale da rendere anche le più semplici attività della vita quotidiana più lente e difficoltose. Scopri di più
- Linfedema: il linfedema è un accumulo di linfa causato da un’anomalia del sistema linfatico, ossia da un’interruzione del normale flusso linfatico, dovuto ad un trauma, ad una infezione o ad un intervento chirurgico. Scopri di più
- Neuropatia periferica: si tratta di un disturbo funzionale del sistema nervoso periferico, costituito da nervi che connettono il sistema nervoso centrale ai muscoli, alla pelle e agli organi interni. Quando il sistema nervoso periferico è danneggiato, ne consegue una neuropatia. Scopri di più
- Problematiche cardiovascolari: La tossicità di determinate terapie antitumorali per l’apparato cardiovascolare è una delle potenziali complicanze sia nel breve che nel lungo periodo. Alcuni farmaci chemioterapici (come le antracicline) e alcuni tipi di radioterapia (come la radioterapia toracica) potrebbero causare disfunzioni cardiache potenzialmente irreversibili. Scopri di più
- Fertilità e vita sessuale: Le patologie oncologiche e i relativi trattamenti hanno un impatto negativo sulla sessualità con ripercussioni organiche e psicodinamiche importanti. Anche in ragione dell’enorme miglioramento di sopravvivenza e qualità di vita del malato, la sessualità ha oggi un ruolo fondamentale. Scopri di più
Stile di vita
Lo stile di vita gioca un ruolo fondamentale nel benessere e nella salute di tutti noi. Una corretta alimentazione, un peso corporeo nella norma e una costante attività fisica concorrono sia a prevenire patologie cardio-metaboliche e neoplastiche, sia a gestirne l’eventuale presenza. Numerose evidenze scientifiche dimostrano come per i lungosopravviventi, curare il proprio stile di vita abbia benefici sia in ottica di salute, sia di benessere generale.
Cinque motivi per cui un cancer survivor dovrebbe seguire un programma specifico per uno stile di vita sano:
- Migliora la prognosi e riduce il rischio di recidiva
- Contrasta gli effetti collaterali associati alle terapie oncologiche: si pensi, ad esempio, a un aumento di peso e dei livelli di colesterolo e trigliceridi, con conseguente rischio cardiovascolare e metabolico, oppure ai dolori a livello muscolare o a eventuali problemi di cardiotossicità associati ad alcuni trattamenti.
- Aiuta nella gestione dello stress fisico e psicologico che la malattia comporta: affrontare un tumore è molto faticoso da un punto di vista fisico e complesso dal lato psicologico e può indurre il paziente ad abbandonare eventuali buone abitudini in favore di uno stile di vita più rilassato o trascurato. I lungosopravviventi talvolta tendono a mangiare in maniera disordinata o scorretta e a condurre una vita sedentaria, anche perché spesso molto stanchi.
- Seguire un programma su misura per le loro esigenze può rappresentare per i lungosopravviventi un incentivo a riprendere in mano la propria vita. Lavorare sul miglioramento delle proprie abitudini quotidiane è un modo per ripartire in maniera sana.
- Riduce il rischio cardiometabolico che può essere presente nei cancer survivor indipendentemente dalla patologia neoplastica (alcuni pazienti possono soffrire di ipertensione arteriosa, diabete, ecc).
Sebbene lo stile di vita riguardi ambiti quotidiani di una persona, non bisogna minimizzarne o improvvisarne la gestione. I survivor devono essere seguiti da professionisti che, in seguito a una corretta valutazione clinica, definiscano un programma di esercizio fisico e di alimentazione personalizzati. È fondamentale che il paziente presti attenzione a:
Problematiche psicologiche e sociologiche
Chi sopravvive a una malattia oncologica spesso si trova ad affrontare difficoltà psicologiche, i cui sintomi possono sopravvenire (o permanere) anche molti anni dopo la fine del percorso terapeutico vero e proprio. Fra i problemi più comuni vi sono: la paura di ripresa della malattia, problemi relativi alla vita sociale e lavorativa, alla vita sessuale e di coppia, alla stima di sé e al proprio schema corporeo.
Alcune problematiche possono essere sperimentate sia dal paziente, sia dalle persone che lo assistono o che gli sono emotivamente legate. Fra le principali vi sono la depressione, il senso di colpa e le difficoltà di relazione.
Una volta sconfitta la malattia, tornare alla vita quotidiana e ai suoi impegni può non essere semplice; infatti, è comune sperimentare sensazioni di stress e sentirsi sopraffatti. Un aiuto concreto potrebbe essere prendere parte a un programma di attività fisica o coltivare dei passatempi, che restituiscano al cancer survivor un senso di gratificazione.
Di seguito una panoramica delle principali manifestazioni dello stress e del disagio psicologico nei lungosopravviventi:
1. Ansia e depressione
Soffermarsi su sentimenti di tristezza o rabbia può interferire con la vita quotidiana. È importante prestare attenzione ad alcuni sintomi che, se perdurano nel tempo, possono costituire un campanello d’allarme per condizioni di ansia e depressione.
Sintomi emotivi:
- ansia, preoccupazione e tristezza ricorrente
- sentirsi emotivamente insensibile
- sentirsi sopraffatto, senza controllo, in balia degli eventi, instabile
- sentirsi in colpa o inadeguato
- sentirsi senza speranza e senza possibilità di aiuto
- sentirsi iracondo e lunatico
- avere difficoltà di concentrazione o essere sbadato
- piangere per lunghi periodo di tempo o più volte al giorno
- focalizzarsi solo su preoccupazioni e problemi
- difficoltà a togliere dalla mente alcuni pensieri intrusivi e fastidiosi
- difficoltà di concentrazione
- difficoltà ad apprezzare le piccole cose quotidiane come la compagnia degli amici o un buon pranzo o una passeggiata
- trovarsi ad evitare situazioni o cose note per non essere pericolose
- pensare di farsi del male o pensare di farla finita.
È importante anche porre attenzione ai cambiamenti corporei dopo il tumore, come ad esempio:
- perdita o aumento di peso non programmato
- problemi nel dormire, come: difficoltà nell’addormentamento, incubi, o dormire più tempo del solito
- tachicardia, secchezza della bocca, sudorazione eccessiva rispetto al solito, difficoltà digestive o diarrea
- rallentamento motorio e psichico
- fatigue, stanchezza cronica, cefalea, emicrania, e altri dolori persistenti.
Parlare con il proprio medico di queste sensazioni permette al cancer survivor di monitorare lo stato emotivo, oltre a quello fisico, e agire nel modo più opportuno. L’individuazione precoce di un disagio depressivo è la chiave per superare il momento buio in tempi brevi e senza conseguenze importanti.
2. Consapevolezza
Se la chirurgia o i trattamenti hanno modificato il corpo del paziente, è importante che lo si aiuti a prendere coscienza di questi cambiamenti e ad elaborare il lutto della “perdita” di integrità del proprio corpo. Modificazioni nel colore della pelle, nel peso, la perdita di un arto o la presenza di una stomia possono spingere gli ex malati oncologici a isolarsi, allontanando anche amici e famigliari.
3. Solitudine
Talvolta si ha la sensazione che le altre persone attorno non possano comprendere quello che un cancer survivor ha passato, infatti, amici e parenti possono non capire appieno il suo stato d’animo e non sapere come aiutarlo. In questi casi, può essere utile rivolgersi al proprio medico di famiglia per trovare eventualmente la terapia più indicata.
4. Paura della ripresa della malattia
Per i pazienti oncologici è molto frequente avere paura che la malattia si ripresenti. Ogni sensazione di malessere viene interpretata come un segnale del ritorno del tumore.Per poter gestire questa sensazione bisogna essere capaci di riconoscere le proprie emozioni, senza sentirsi in colpa per ciò che si sta provando, né ignorare la sensazione sperando che sparisca. Essere consapevoli di poter fare ciò che serve per preservare la salute riconquistata è il primo passo verso una gestione efficace della propria paura.
È certamente utile chiedere al proprio medico cosa è possibile fare per ridurre il proprio rischio di recidiva, e tenere, di conseguenza, comportamenti adeguati. Ecco qualche consiglio utile a tutti:
- Mantenere uno stile di vita sano: seguire un’alimentazione equilibrata, fare attività fisica, avere ritmi di sonno regolari.
- Seguire il programma dei controlli con attenzione, chiedendo al medico a quali sintomi porre maggiore attenzione. La conoscenza rende più consapevoli nel gestire la quotidianità.
- Condividere le proprie paure con familiari, amici, altri lungosopravviventi e con il proprio medico curante.
- Impegnare il tempo libero: una buona alternativa al rimuginare su pensieri “intrusivi” è quella di uscire, trovare delle distrazioni, dedicarsi a un hobby o a una attività ricreativa. I pazienti guariti affermano che, solitamente, queste paure con il tempo si affievoliscono.
Esistono però situazioni “trigger” che rimettono in discussione la tranquillità raggiunta. Solitamente, i momenti critici sono il periodo antecedente la visita di controllo e il periodo dell’anno in cui è stata ricevuta la comunicazione della diagnosi (spesso anche a distanza di molto tempo).